PRIMAVERA DEI TEATRI 2013 RACCONTATA DAGLI SPETTATORI. PICCOLO FORUM IN CORSO DOPERA TRA GENTE COMUNE IN VISITA ALLA RASSEGNA et  at:  31/05/2013  

Primavera dei teatri 2013 raccontata dagli spettatori. Piccolo forum in corso d' opera tra gente comune in visita alla rassegna. Castrovillari, notte fonda, tra giovedi' e venerdi' 31 maggio. Ad una manciata di minuti dalla fine di Noosfera Museum, un' ora di grande teatro respirato nella Sala 14 del Protoconvento francescano, un gruppetto di giovani spettatori accetta di dire la sua su tutto quello che hanno visto/capito di questa XIV edizione di P.d.T. Portavoci del gruppo, in cui convivono dichiaratamente " vecchi " supporter e neofiti del genere, nessuno di loro peraltro nato in loco, si dicono Andrea, Giovanna e Claudio. A lume di naso, leader emotivo del terzetto è, ça va sans dire, la Giovanna. Chiedo subito a tutti e tre se è piaciuta la performance di Roberto Latini – la recitazione, l’impianto scenico, l’idea sottesa a questo atteso “terzo movimento” di un progetto teatrale di amplissimo respiro, insomma: proprio tutto – e se avevano visto qualcos’altro di lui e magari pure della di lui casa madre, ovvero Fortebraccio Teatro. Rivolgono uno sguardo un tantino perplesso ai miei capelli sale e pepe e alla mia ghirba da vecio, mi chiedono se devono presentarsi (io gli dico di no, stanotte niente di personale eccetto le emozioni) poi rispondono a tono.

Claudio - Questa è la mia prima sera a Primavera dei Teatri, una specie di esordio assoluto in questo posto che mi piace tantissimo e che per me assomiglia parecchio al teatro che vi viene rappresentato… Non so bene cosa ho capito e cosa no dello spettacolo di Latini – che non avevo mai visto prima: imperdonabile lacuna – ma sono sconvolto dalle atmosfere in cui mi sono dovuto calare, dal suo modo di recitare, dalle vibrazioni che sento ancora adesso… Quando l’attore parlava di porte dei pensieri già pensati, dei pensieri finti-ingenui e dei pensieri degli altri mi sembrava di assistere ad una lezione di anatomia, solo che dissezionata è la vita stessa, non il corpo.  

Andrea – Sono d’accordo. Direi - avendo visto quasi tutti gli spettacoli di P.d.T. – che quest’anno il livello qualitativo è alto e mi sono piaciute anche altre cose: lo spettacolo di Malosti (Lo stupro di Lucrezia, ndr), la prima sera, si può dire che mi abbia colpito e affondato, l’ho trovato assurdamente moderno nonostante la tendenza di Shakespeare alla verbosità e ad una certa pesantezza… Poi in questi giorni si parla tanto di delitti contro le donne, di omicidi e di violenze… Moderno, un testo sempre attuale, ecco… E ho amato senza riserve “In fondo agli occhi” di Berardi, perché quel teatro è vita rovistata in modo apparentemente leggero ma poi scopri che…

Claudio – Per me fino a stasera il teatro era Pirandello o Eduardo, quelle cose lì: belle ma un po’ trite, non più sorprendenti… Latini mi ha gettato nello sconforto, in un certo senso, perché mi ha tolto certezze. E’ come se mi si fossero abbassate le difese immunitarie, solo che la febbre non mi dà noia, al contrario è una sensazione piacevole, mi sento più ricettivo…

Giovanna – … Svuotata di un bel po’ di pregiudizi, costretta a fermarmi nel mezzo di questa vita assurda e assordante, in attesa di niente e di nessuno, solo per me stessa forse… Latini che gioca sul dilemma tra vivo e vino, che si muove da solitario in un mondo desolato, che all’improvviso si tramuta in un povero satanasso o dà corpo alla metafora dell’uomo-bestia che cerca un tesoro nascosto che non ritroverà mai andando incontro ad un destino inesorabile come un treno: un modello paradigmatico del teatro di ricerca! E che dire poi di un gioiello come il Ligabue di Mario Perrotta, di cui avevo amato altre cose, Italiani cìncali per esempio. Latini coltiva una poetica senza tempo, è un albero scosso dalle intemperie che per vivere la vanità della vita offre tutto se stesso, dentro e oltre il contingente! Perrotta cattura e commuove, attraversa la follia con asciuttezza disegnandone le forme in scena… 

Andrea – … E insegue, in un transfert emotivamente incredibile con il suo personaggio, un attimo di speranza, un gesto d’amore puro. Invano. Credo che nella inutilità di questa ricerca ci sia l’elemento in comune con i temi trattati da Latini. Solo che i due giochi teatrali partono da direzioni, anche visive, anche formali, completamente diverse se non opposte.

Giovanna – Il volto di Ligabue impresso sul fondale ha la forza dell’amore innocente, è un’immagine incancellabile, una specie di Sindone laica che dice tutto del mondo interiore di un genio, della ricchezza sentimentale e della sfortunata sorte di un uomo che però per il mondo è soprattutto un “deficiente”, un figlio di nessuno, uno che neppure le puttane volevano, un “pazzo” su cui ognuno gode a sfogare la propria mediocre e meschina normalità…Fermo questo flusso di sensazioni e gli chiedo cosa pensano di Primavera dei teatri, del cartellone, dell’accoglienza. Andrea – Ero già stato a Castrovillari, quattro anni fa e poi l’anno appresso. Qualcosa non mi era piaciuto troppo, ma in generale il cartellone è ben fatto, il clima è bello e rilassato, qui si fanno degli incontri interessanti e ti capita di ritrovarti a bere qualcosa con un attore, un regista o un critico… Bello… Si vede il lavoro che è stato fatto e la passione che c’è dietro ogni singolo aspetto. Claudio – Mi sta dispiacendo di non poter partecipare ai laboratori, soprattutto perché non ne sapevo quasi niente e quando li ho scoperti era già tardi per iscriversi… Un altr’anno farò le mie scelte per tempo… Comunque, anch’io sono rimasto colpito dall’atmosfera dei luoghi e dalla gentilezza delle persone che s’incontrano. Non essendo esattamente un habitué del teatro – perlomeno non di questo teatro – sono aspetti che non mi mettono a disagio e che anzi mi invitano a tornare. Cosa che farò certamente. Giovanna – Anch’io. Sapete una cosa? Vedendo Gianfranco Berardi in scena mi sono completamente dimenticata della sua cecità, c’era una persona assolutamente a suo agio in scena, molto più attore-istrione che cabarettista (della serie anche i grossi calibri della critica possono toppare… ndr), agile e presente a se stesso: a ripensarci, mi vengono i brividi… P.d.T. è teatro senza barriere, di pensiero o fisiche che siano… Nessun difetto riscontrato?

Giovanna (per tutti) – In ordine sparso: il tempo, quello atmosferico, fa spesso i capricci, qui però è normale. Ad alcuni eventi è veramente difficile accedere, forse a causa dei pochi spazi disponibili. Durante la rassegna, l’informazione è poco dinamica e attraente. Non tutto quello che abbiamo visto è nuovo, nel senso dei contenuti testuali e/o formali. Parlando con alcune persone di Castrovillari, poi, abbiamo  sentito lamentele su quello che si fa per la cultura prima e dopo P.d.T., senza legami con questa manifestazione (ahi, questi castroviddari piagnucoloni!! ndr). Non ho ben chiaro, perché non posso saperlo, se P.d.T. sia parte di una programmazione più complessiva di questa città o se invece non sia un dono calato dal cielo, eccezionale quanto incidentale… Ma è possibile che a Castrovillari non ci sia un teatro più capiente e, tutt’intorno, dei luoghi più curati e puliti? Il Protoconvento sembra un posto che ha visto anni migliori… Ne ha visti, è tutto quello che si può dire sull’argomento. Prima di prendere commiato, chiedo ai miei tre coraggiosii se per quest’anno vedranno altri spettacoli del cartellone di P.d.T.…  In gruppo – Sì, certo. Vogliamo vedere anche altra roba (leggono dal programma. ndr): ci incuriosiscono e ci attraggono “Mangiare e bere. Letame e morte” di Davide Iodice, “Lo splendore dei supplizi”, “La società” e “Morir sì giovane e in andropausa” di Dario De Luca. Un degno programma. Per questa notte, ça suffit. Buon teatro a voi.
Antonello Fazio      Programma

 

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