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Castrovillari e del comprensorio
| MARTEDI' 28 MAGGIO, A CASTROVILLARI SI RIAPRE IL SIPARIO SU " PRIMAVERA DEI TEATRI " | et at: 27/05/2013 |
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Martedi' 28 maggio, a Castrovillari si riapre il sipario su " Primavera dei Teatri ", quattordicesima edizione del festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea, ideato e organizzato dalla compagnia Scena Verticale, con il contributo di Unione Europea - Repubblica Italiana - Regione Calabria (Progetto presentato a valere sul POR Calabria FESR 2007/2013 Asse V - Linea di Intervento 5.2.3.1), Comune di Castrovillari, Ente Parco Nazionale del Pollino, Gas Pollino Srl. La direzione artistica di Saverio La Ruina e Dario De Luca rinnova la propria volontà di tener fede alla vocazione esplorativa nei confronti della nuova drammaturgia e delle compagnie di recentissima formazione, con una programmazione che propone molti giovani gruppi e artisti emergenti, che stanno maturando un proprio originale percorso. Ad inaugurare ufficialmente la serie di spettacoli della rassegna sarà la compagnia Teatro di Dioniso che presenta alle 20.30 al Teatro Sybaris Lo stupro di Lucrezia di William Shakespeare, diretto da Valter Malosti. Il racconto dello stupro di Tarquinio ai danni di Lucrezia e di come il suicidio della vittima spinga il popolo romano a ribellarsi e a liberarsi dal giogo della tirannia monarchica. La storia succintamente narrata da Tito Livio e Ovidio e poi da Chaucer, in Shakespeare diventa uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna. La sua potentissima lingua e la capacità geniale di mescolare l’orrore all’anti-tragica parodia, crea una specie di equilibrio incantatore che ci inghiotte nella musica delle parole senza concederci nessuna sospensione liberatoria. A dare corpo e voce alla vicenda due giovani attori cui è richiesto un lavoro fisico e verbale violento ed estenuante, dentro una partitura sonora inquieta e multiforme. I corpi presentati nella loro crudezza ed evidenza appaiono come imprigionati in una sorta di ring/tribunale, un universo circondato da microfoni, spiati da un ambiguo narratore-voyeur. Un’illuminante analisi dei meccanismi che generano le violenze e le sopraffazioni nei confronti delle donne. A seguire alle 22.00 nel Castello Aragonese I maniaci d’Amore presentano Il nostro amore schifo Un’indagine dissacrante, dalla comicità corrosiva, sul sentimento intricato della gioventù, sezionato e fatto a pezzi da due figli del nostro tempo, ingenui e spietati. In scena solo cinque sedie e un tavolo. E’ sul tavolo che tutto si consuma. Lì Lui lega Lei, appena conosciuta. Ma dell’amplesso c’è solo l’allusione esplicita, perché questi personaggi parlano, più che agire. L’unica vera azione che compiono, sempre dal tavolo, è una patetica dichiarazione d'amore fondata sull'elogio dei reciproci organi interni, immaginati splendidi e puliti, non come quelli della gente comune, perché forse è solo il disprezzo per gli altri che unisce la coppia. Uno spettacolo di parola, una storia di non-amore durata decenni e condensata nel giro di un’ora, tra apici sublimi e biechi deragliamenti, nel tentativo di comporre la guida illustrata della prima esperienza sentimentale, letta come rito di passaggio obbligato prima di consacrarsi alla tiepidezza e alla stabilità dell’età adulta. Il consueto spazio dedicato ai laboratori ospiterà quest'anno per tutta la durata del festival,Valter Malosti con il laboratorio dal titolo “Il verso shakespeariano” e Attore, regista e direttore della Scuola per attori della Fondazione Teatro Stabile di Torino, Malosti guiderà i partecipanti alla scoperta della grandezza letteraria e poetica della lingua shakespeariana. Attraverso la lettura di Amleto, Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia si tenterà di stare a tempo con la lingua dell’originale, cercando di prendere il testo alla lettera. La poesia di Shakespeare è sempre concreta, e quando si riesce a dare un corpo a questa concretezza improvvisamente il fiume delle parole scorre impetuoso e limpido. Non si deve pensare di recitare la grandezza di questa lingua ma collegarsi alla vita interiore, alla “persona”. Se dire i versi diviene decorazione esteriore, ci si ritrova nella convenzionalità e nell’artificio. La ricerca sarà orientata a una naturalezza secca ma condotta attraverso una ricerca ritmica. Una sfida fisica e carnale alla quale è invitato chi vorrà far parte del laboratorio. Programma
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