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Gli ebrei a Castrovillari

La presenza degli ebrei in Castrovillari è fortemente testimoniata da una abbondanza di documenti scritti, il loro stanziamento in città è da datarsi tra il V ed VI secolo, anche se ad oggi risulta impossibile verificare la veridicità di tale affermazione, di sicuro si può affermare che in passato un buon tratto della città era denominato Giudea ( Judecha ), l' attuale via Giudeca, in questa strada venne martirizzato per loro mano il Beato Pietro Cathin. Nel loro quartiere avevano la sinagoga, che fungeva da tempio e da scuola, mercanti di professione e finanziatori ( usurai ), gli ebrei erano i soli legittimi usurai nello stato ghibellino di Federico II, nel 1511 vennero scacciati dal regno ad opera di Ferdinando il Cattolico, in quell' occasione gli ebrei di Castrovillari, diedero alla Universitas la loro sinagoga che contribuì a rendere più grande la chiesa di San Giuliano. Tentarono di sottrarsi all' esodo i cosiddetti " cristiani novelli ", quegli ebrei che erano passati al cattolicesimo, di cui si ha testimonianza ad Amendolara, Castrovillari, Tarsia, Mottafollone, Rossano, Rende, Cosenza, Crotone, Tropea.  Dopo pochi anni però essi ritornarono nella città, poichè in molti documenti se ne fa menzione, ritornando anche in possesso della loro scuola come appare da un atto notarile del 22 novembre 1535 rilevato da Carlo Maria L' Occaso che suona così: " Item domum unam sitam et positam intus Civitatem Castrovillari, in loco dicto lo Portello dei Judei, justa domum venerandae Ecclesiae S. Juliani, quam tenent Judei pro-Schola ". Nel 1541, però a causa di un editto di Carlo V, gli ebrei sono costretti a lasciare definitivamente il suolo del regno. Volendo dare forza all' ipotesi del Dito, si può affermare che ad essi è dovuta la produzione della carta da stampa nel territorio di Castrovillari e precisamente nell' edificio della " Cartera " presso le rive del Lagano, dove vennero rinvenuti dei grandi mortai di pietra.