Impiantato a Castrovillari il pacemaker più piccolo del mondo e ad Altomonte, arriva il drone con defibrillatore - Nuovo importante step per l'unita' di cardiologia dell' ospedale di Castrovillari dove e' stato impiantato il più piccolo pacemaker al mondo. Nessun catetere in corpo e nemmeno la tasca pettorale per alloggiarlo, è praticamente “invisibile” anche a chi lo porta. Pesa due grammi e misura poco più di due centimetri, circa dieci volte meno di quello tradizionale, sviluppando una dimensione equiparabile a quella di una moneta. Ad eseguire con successo questo eccezionale intervento è stata la dottoressa Silvana De Bonis che, coadiuvata dall’equipe di elettrostimolazione, ha introdotto il pacemaker senza fili attraverso la vena femorale ancorandolo all’interno del ventricolo destro con quattro piccoli arpioncini. «Il Micra – spiega la dottoressa De Bonis – rappresenta una delle più avanzate ed innovative soluzioni tecnologiche di elettrostimolazione. È compatibile con la Risonanza Magnetica fino a 3 tesla e per funzionare non ha bisogno di elettrodi nelle vene, ha batteria miniaturizzata con una longevità oltre i 12 anni. Il pacemaker tradizionale richiede l’impianto di un elettrocatetere attraverso una vena che decorre in corrispondenza della spalla e che, successivamente, viene collegato al generatore di impulsi posizionato in regione sottoclaveare – dice ancora De Bonis – . Questo procedimento richiede un’incisione di circa 6-7 centimetri e può esporre il paziente a complicanze, soprattutto di sanguinamento locale e infezioni». La particolarità del pacemaker leadless invece è che questo viene introdotto per via femorale e senza l’uso di elettrocateteri si ancora direttamente nel cuore. Tutto ciò consente di ridurre le complicanze se comparato con un impianto convenzionale». Il dottor Giovanni Bisignani, direttore della cardiologia, nell’esprimere soddisfazione per il risultato raggiunto spiega che si tratta di procedure complesse che possono essere effettuate solo in centri altamente specializzati. «Il viaggio verso la medicina del futuro segna una ulteriore importante tappa – sostiene Bisignani – che ci consentirà di ridurre i rischi di un impianto tradizionale e migliorare decisamente la qualità di vita dei nostri pazienti che sono tornati a casa 48 ore dopo l’intervento e, grazie alla possibilità di essere seguiti attraverso la telemedicina, potranno essere controllati a distanza senza la necessità di recarsi in ospedale. Questa sintesi tra ricerca e assistenza, tra industria e ospedale – aggiunge il primario – è possibile grazie all’alto livello della cardiologia dell’Asp e la visione di futuro del del commissario dell’Asp, Vincenzo La Regina - Questi risultati si raggiungono solo se si lavora in gruppo ed in sinergia con la Direzione dell’Azienda. Siamo fieri di questa sinergia e gli interventi oggi effettuati con successo aggiungono ulteriori tasselli al mosaico della nostra offerta cardiologica. Grazie di cuore ai miei collaboratori ed a quanti hanno collaborato per il raggiungimento di questo prestigioso ed innovativo traguardo». Prevenzione e cardioprotezione, unica in Calabria, Altomonte è tra le sole 3 città del Mezzogiorno in cui sarà avviato il progetto pilota nazionale. Si chiama Sanitary Emergency Urban Air Mobility – SEUAM (cardioprotezione area tempo dipendente). Prevede, in sintesi, l’invio di droni, coordinato e guidato dalla Centrale operativa118, che portano un defibrillatore immediatamente sulla scena di un arresto cardiaco improvviso. Il Sanitary Emergency Urban Air Mobility – SEUAM è un sistema di soccorso avanzato pre-ospedaliero che ha come obiettivo quello di recuperare tempo prezioso per le manovre salvavita. Consente, infatti, di mettere a disposizione di chiunque un defibrillatore che arrivi nel posto giusto, davanti al paziente giusto, nel momento giusto, attraverso un drone, integrando le dinamiche di arrivo tempo dipendenti dei mezzi e degli equipaggi di soccorso del Sistema 118.
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