Osservatorio atti intimidatori, incontro romano dei rappresentanti calabresi - Il ministro dell' Interno, Luciana Lamorgese, ha presieduto al Viminale una riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali alla quale hanno partecipato il sottosegretario di Stato Ivan Scalfarotto, il Vice Capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale, Vittorio Rizzi, il prefetto di Napoli, Marco Valentini, il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, il sindaco di Reggio Calabria in rappresentanza dell’Anci, Giuseppe Falcomatà, il presidente della provincia di Cosenza in rappresentanza dell’ Upi, Francesco Iacucci, il presidente dell’associazione Avviso Pubblico, Roberto Montà, e i rappresentanti dei ministeri della Giustizia e dell’Istruzione. «I dati sull’andamento del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali» ha detto la responsabile del Viminale «hanno fatto registrare nel primo semestre di quest’anno un incremento del 15,3% e per questo continuano a costituire un campanello di allarme che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare». «L’Osservatorio» ha aggiunto il ministro «ha ascoltato i prefetti di Napoli e di Catanzaro, con particolare riferimento all’esperienza dei rispettivi osservatori regionali, e presto, con la collaborazione dell’Anci e dell’ Upi, continuerà il giro di audizioni anche coinvolgendo direttamente i sindaci e gli amministratori locali oggetto di atti intimidatori». I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020. Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento." Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci - Sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico ".
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