|  Regione Calabria/Jole Santelli: " Mi spiace per Conte, ma apro i bar e chiudo i confini ". Ma la visione generale e' troppo semplicistica   - Jole Santelli non si pente di aver riaperto parzialmente la Calabria,  anzi difende la sua posizione e rincara: “Firmerò una ordinanza in cui vieterò di rientrare a chi proviene da altre Regioni”. Nulla di illegittimo nel suo provvedimento anche se nei fatti contestato da un numero ragguardevole di sindaci calabresi. Una fuga in avanti che la Presidente spiega in modo forse troppo semplicistico:"  Non comprendo l’allarme su due tavoli all’aperto, se contemporaneamente il governo dà il via libera al ritorno nelle proprie residenze, domicili o abitazioni ". La sua visione è determinata dal fatto che i contagi avvenuti in Regione siano tutti frutto del cosiddetto ritorno. Per quel che riguarda l' illegittimità dell'ordinanza, afferma di aver avuto un colloquio con il ministro Boccia a cui ha spiegato le motivazioni:" Non riesco a comprendere la differenza fra l’asporto e servire due tavoli all’esterno. O no? ". Inoltre la Santelli, dichiara di non comprendere - l’allarme su due tavoli all’aperto, se contemporaneamente il governo dà il via libera al ritorno nelle proprie residenze, domicili o abitazioni -. C'è anche  sul tappeto la questione immigrati, 50 dovranno essere ospitati in Calabria e un provvedimento del Ministero dell’Interno obbliga la Regione a centri Covid dedicati per immigrati. Queste le motivazioni che l'hanno spinta all' ordinanza numero 37,  giustificata in questi termini è però troppo semplicistico. Il Veneto ha allentato la presa ma lo ha fatto seguendo un criterio scientifico e non umorale, con uno screening di massa che ha almeno in parte tracciato la mappa del virus, in Calabria su una popolazione di circa 1.800.000 persone sono stati effettuati 35.903 tamponi, il Veneto che ha una popolazione di circa 5 milioni di abitanti ha effettuato 349.227   tamponi. Come è facile verificare considerando la differenza di popolazione in percentuale, i tamponi effettuati in Calabria non coprono nemmeno il 50% della differenza. Inoltre c'è una questione di organizzazione sanitaria, mentre l'ordinanza si preoccupa del solo aspetto economico. I due ambiti è evidente dovrebbero almeno camminare insieme, un primo passo sarebbe quello di potenziare i laboratori analisi di tutti gli ospedali spoke in modo da poter fare maggiori tamponi, niente si dice dell' ospedale regionale Covid, insomma non basta aprire in modo umorale ma bisogna prepararsi come ha fatto ad esempio il Veneto dove il deus ex machina della gestione sanitaria, Andrea Crisanti dice addirittura No alla riapertura del 4 maggio - troppo presto, troppo rischiosa -. Il direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, commenta: «Quando fu deciso il lockdown c’erano 1.800 nuovi contagiati al giorno. Non è che la situazione sia così migliorata ".
 
            
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