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	  Coronavirus, gli altri paesi bleffano o non hanno fatto i test: il sospetto - Essere cittadini italiani probabilmente sotto certi aspetti conviene, l' Italia e' si paese di musica e poesia ma anche di scienza e il dubbio sui dati diffusi da altri paesi occidentali ed europei è legittimo. Fermo restando che la malattia prodotta dal coronavirus è molto simile ad uno stato influenzale e che come tale può naturalmente evolvere in altre patologie soprattutto ai danni delle vie respiratorie: polmonite, broncopolmonite o bronchite, ci sta che in Germania o Francia ad esempio ma non solo, l' infezione sia stata poco rilevata ma solo perchè confusa. Questo perchè il primo test come spiegano dall' Istituto superiore di sanità è prodotto in casa, cioè non esiste un test unico per tutto il mondo. In Italia ad esempio la produzione del test avviene nei singoli laboratori degli ospedali indicati come riferimento per questa triste vicenda e successivamente il tampone viene inviato allo Spallanzani di Roma per ulteriori verifiche. A guardare i numeri della diffusione della malattia nel mondo, infatti appare strano che negli Stati Uniti d' America i casi accertati sino ad ora siano solo 35, quando si sa che lo stesso presidente Trump è andato su tutte le furie dopo aver saputo che i due americani risultati positivi al virus hanno viaggiato dal Giappone in aereo insieme ad altri conterranei tenuti solo sotto osservazione. La questione si ripete identica anche se si guarda la Germania o la Francia dove rispettivamente risultano segnalati 16 e 12 casi. La Gran Bretagna addirittura ne segnala 9. Per quel che riguarda il sud est asiatico, lo stesso Giappone non da numeri giusti se si pensa che la Corea del sud ne segnala 602 contro i 135 del paese del Sol levante. Nemmeno da prendersi in considerazione i dati che arrivano da Cambogia e Vietnam che riportano rispettivamente 1 e 15 casi. Dell' Iran cosa dire: l'epidemia ha colpito anche Teheran la capitale che ha una popolazione di oltre 8 milioni di abitanti ma dichiarano di avere solo 28 casi di infezione. Purtroppo non ci sono dati dai paesi africani solo l' Egitto segnala un caso. A guardare in profondità i dati ufficiali, viene da pensar male e sembrerebbe che vivere in Italia al di là dei giudizi sommari conviene, grazie anche ad una sanità pubblica attenta. Chiudere le frontiere in Italia e non solo significa chiudere gli aeroporti, significa chiudere porti e ferrovie e tanto transito su gomma e allora cosa succederebbe. Il mondo è cambiato non si viaggia più sui muli ed in molti dovrebbero prenderne atto più che sparare a zero. Il problema c'è e purtroppo si vede ma " sparare sul pianista " è una vergogna. A questo link trovate la mappa della diffusione dell'infezione prodotta dal coronavirus redatta dalla Johns Hopkins University che è aggiornata di continuo: https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6 
        
            
        
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