SANITA': A CASTROVILLARI PER UN ECOCUORE ATTESA DI 14 MESI, DOMANI LA CONFERENZA DEI SINDACI DELL’AMBITO TERRITORIALE DELL' AZIENDA SANITARIA DI COSENZA ( ASP ) et  at:  20/02/2020  

Sanita': a Castrovillari per un eco cuore attesa di 14 mesi, domani la Conferenza dei Sindaci dell’Ambito Territoriale dell' Azienda sanitaria di Cosenza ( ASP ) - E' stata nuovamente convocata la Conferenza dei Sindaci dell’Ambito Territoriale dell’Azienda sanitaria di Cosenza. L’incontro, convocato nella Sala del Consiglio della Provincia  in Piazza XV Marzo a Cosenza per venerdì 21 febbraio alle ore 13 in prima convocazione (e alle ore 16 dello stesso giorno in seconda) è motivato dalla persistenza delle condizioni di vera e propria emergenza sanitaria in tutto il territorio provinciale, e questo nonostante gli impegni presi nell’incontro di una delegazione di sindaci calabresi con il Ministro alla Salute Roberto Speranza, presente per l'occasione anche il sindaco di Castrovillari Domenico Lo Polito. L' incontro era stato  promosso a seguito del documento unitario concordato all’unanimità dalla prima e partecipata riunione della Conferenza dei Sindaci di novembre 2019. La situazione non è facile basti pensare che la sola provincia di Cosenza ha più comuni dell' intera Basilicata, regione di provenienza del ministro Speranza. Il comparto sanita' in Calabria che disperatamente si è voluto ridurre a semplici calcoli contabili, non regge nemmeno i parametri minimi,  i livelli essenziali di assistenza (Lea) si attestano a 132, la sufficienza è 160 drammaticamente al di sotto della linea di sufficienza. Per un eco cuore è di stamattina la segnalazione di un cittadino castrovillarese l' attesa è di 14 mesi, un periodo di tempo decisamente inaccettabile per un cardiopatico. Ma niente è rispettato nei nosocomi della Provincia di quello che è scritto nella numerosa documentazione che parla di spoke e hub come se il territorio calabrese fosse grande quanto quello di altre piccole regioni. La stessa decisione di commissariare il comparto non è stata almeno sinora decisiva, anzi il Piano di rientro è un omicidio legalizzato per molti cittadini che devono rinunciare alle cure perchè impossibilitati ad averle in loco e di conseguenza a spostarsi. Tutt' intorno è un fiorire di cliniche private convenzionate, ma a chi serve favorirle? La situazione è drammaticamente difficile nei Pronto soccorso e nei reparti anche quelli di fondamentale importanza come la dialisi, dovrebbe essere noto almeno agli addetti ai lavori: chi non riesce a dializzare entro un certo numero di ore muore. La sanità in Calabria deve essere garantita e lo Stato non può lavarsene le mani guardando ai conti, non si fa la cresta sulla pelle delle persone salvo poi dichiarare che la Calabria non è una regione italiana.

 

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