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Castrovillari/Cimitero - Bare in attesa di sepoltura, abbiamo chiesto i motivi. Certo fa scalpore e notizia ma anche tanto male vedere bare in attesa di sepoltura, solo qualche giorno avevamo scritto di questo, partendo da una segnalazione che ci era giunta da Cosenza per collegarci a Castrovillari. Dalle notizie che abbiamo anche Cassano allo Jonio vive in questi giorni la stessa problematica e allora abbiamo deciso di capirci qualcosa in più. Da quello che ci dice il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito i posti per le nuove tumulazioni effettivamente ci sono ma in parte sono ancora occupati dai contratti scaduti. Parliamo chiaramente dei loculi nella disponibilità del Comune. Il record per quel che riguarda Castrovillari sulla impossibilità di procedere alla tumulazione dei morti si è verificato nell'estate 2018 quando in molti furono costretti ad aspettare fino a 21 giorni per vedersi affidato uno spazio dove poter tumulare il proprio caro. Sempre attenendoci alle risposte avute dal Primo cittadino, liberare i loculi prevede inoltre delle lungaggini burocratiche: ci vuole soprattutto un'autorizzazione sanitaria. Già parlare di contratti di fronte alla morte fa sentire strani, in base ai dati che abbiamo si sa che a gennaio 2007 la Giunta municipale approvò un piano di ampliamento, del primo lotto cimiteriale. I lavori consistevano nell'abbattimento dei muri di cinta, nella realizzazione dei nuovi, nello spostamento del canale di irrigazione a sud del cimitero, nell' edificazione di una strada esterna a ridosso della cinta muraria, nonché nell' edificazione su una superficie di diecimila metri quadri, di tutte le opere necessarie per consentire la realizzazione di nuove colombaie. Ad aprile 2007 venne pubblicato il bando per la concessione di aree per la costruzione di cappelle private nel cimitero. La concessione era della durata di 99 anni, rinnovabile, riguardava 545 lotti. L'importo della concessione del lotto venne quantificato in diecimila euro per 21,375 metri quadrati. Come si vede l'amministrazione dell'epoca pensò a far cassa e soprattutto a tutelare i privati, non tutti avevano le somme per aderire e, probabilmente anche per un retaggio culturale voglia di pensarci. A dire il vero come già avevamo fatto notare nell'articolo pubblicato lo scorso 8 febbraio intorno agli anni '90 era stato interessato un ingegnere del luogo che aveva redatto una relazione nella quale si faceva notare che bisognava a causa degli spazi limitati optare per la cremazione dei corpi. Nel corso degli anni ( trenta anni ), gli amministratori evidentemente troppo presi da altro (purtroppo in questo caso con altro si intende fare cassa), hanno preferito procedere per la solita strada senza tener conto di quello che poteva essere. Nell'ottobre 2016 anche la chiesa con l'avvento di Papa Francesco ha detto Si alla cremazione purchè le ceneri siano conservate in un luogo sacro e non vengano disperse o conservate in casa. Ricordiamo però che la strada della conservazione delle ceneri dei propri cari in casa propria in Italia è possibile previa l'autorizzazione e il controllo annuale dell'ASP competente per territorio. Dunque se oggi rimaniamo sgomenti quando vediamo le bare in attesa di sepoltura è perchè la classe dirigente degli ultimi trenta anni non solo non ha saputo sensibilizzare le persone circa la cremazione ma ha preferito vendere ai privati piuttosto che realizzare spazi comunali in abbondanza. Creando così un vero e proprio business della morte, anche purtroppo da parte delle Amministrazioni pubbliche: è proprio vero che ormai il dio denaro ci è entrato nell'animo.
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