CALABRIA/SANITA': BUCO DA 169 MILIONI DI EURO E IL GETTITO FISCALE REGIONALE NON COPRE LE PERDITE. IL RISCHIO E' ALIQUOTE IRAP E IRPEF PIU' CARE et  at:  06/04/2019  

Calabria/Sanita': buco da 169 milioni di euro e il gettito fiscale regionale non copre le perdite. Il rischio e' aliquote Irap e Irpef più care - E' una situazione davvero difficile quella della sanità calabrese che ormai dal 2007 da quando cioè è stato avviato un percorso di " normalizzazione " si è sempre più deteriorata ed a nulla sono serviti i vari commissariamenti. A leggere le dichiarazione dell' ennesimo commissario straordinario, leggi Cotticelli: "Il gettito fiscale regionale non basta a coprire le perdite ma secondo il governo i cittadini che già pagano le aliquote Irap e Irpef più care d’Italia dovranno subire un prelievo ancora più alto". Una dichiarazione che potrebbe significare la morte della Regione se si pensa che la Ragioneria stima che il disavanzo è cresciuto di 70 milioni in un solo anno. " Il gettito fiscale dei calabresi sotto i cento milioni - spiega lo stesso Cotticelli al Fatto quotidiano - è insufficiente quindi a coprire le perdite ". Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere perchè tutto questo andrebbe preso come una battuta. Sempre l' intervista: “Ci sarà anche un blocco del turnover fino al 31 dicembre 2020 e una sospensione delle spese non essenziali ", ma lo stesso Commissario straordinario conferma che chiederà al governo una deroga di questi provvedimenti. A dare un quadro ancora più squallido è l' ex commissario Massimo Scura in carica da marzo 2015 fino a gennaio 2019:“Decenni di dissanguamento hanno creato un debito gigantesco, oggi addirittura incalcolabile”, incalcolabile purtroppo anche a causa delle molte vertenze perse, Scura fa un esempio: “Una sentenza del 2018 ha stabilito che per una somma di 5,5 milioni di euro non pagata nel 2010 l’Asp di Reggio Calabria ha dovuto sborsare 9,8 milioni”. Praticamente il doppio e chiaramente mentre ci si affretta a pagare il vecchio il nuovo si accumula. E per meglio delineare la situazione, Scura aggiunge:" In tutto questo entrano in gioco anche le società di factoring, a cui il privato cede i propri crediti al fine di ottenere subito liquidità. Queste società comprano il credito per circa l’80 o 90 per cento del valore, e guadagnano sugli interessi addebitati all’Asp che arrivano a superare il 150 per cento del valore iniziale. Ho scoperto che i tribunali hanno autorizzato i creditori ad aggredire i soldi direttamente alla Banca d’Italia prima ancora che arrivassero al servizio di tesoreria dell’Asp, che ha il compito di amministrare le risorse pubbliche. È ovvio che se queste si esauriscono per i vecchi debiti non si riescono a garantire i livelli essenziali di assistenza”.

 

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