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Lavoratori ex Lsu/Lpu, nessuna risposta dal Governo servono 50 milioni per sbloccare la vertenza e di stabilizzazione nemmeno a parlarne. Continua la protesta degli ex Lsu/Lpu calabresi, stamattina hanno inscenato un sit in presso la stazione ferroviaria di Lamezia e domani si replicherà. I sindacati chiamano all' appello tutti i 4.500 lavoratori ed i sindaci interessati dalla problematica mentre continuano a lamentare l' assenza dei parlamentari calabresi che a detta dei segretari della triplice sindacale sono assenti e si negano al confronto. Abbiamo avuto modo di parlare sia con il Segretario regionale della Cgil che della Cisl, rispettivamente, Angelo Sposato e Antonio Russo a loro abbiamo chiesto cosa chiedono questi lavoratori nell' emendamento presentato al Governo. Chiedono un atto che vada a storicizzare la somma di 50.000.000 di euro che è poi la cifra che serve per garantire un anno di lavoro, chiedono inoltre la modifica delle deroghe in modo da permettere agli Enti che li utilizzano di poter stipulare un regolare contratto. La questione come più volte rilevato è seria e si presenta ormai con regolarità ogni fine anno, il blocco di molti uffici pubblici è seriamente a rischio essendo tutti i 4.500 a fine contratto. Dai tavoli romani non arrivano risposte, mentre molti sindaci si sono affiancati ai lavoratori minacciando di rimettere nelle mani dei vari Prefetti il loro mandato istituzionale. Domani l' assembramento è previsto per le ore 9,30 e la lotta dei lavoratori si intensificherà con le stesse modalità di oggi sempre presso la stazione ferroviaria di Lamezia Terme in preparazione della manifestazione nazionale a Roma che si terrà giovedì 6 dicembre. C' era stato uno spiraglio di luce per i tanti lavoratori quando si era sparsa la voce che due vice ministri avrebbero presentato l' emendamento al Senato presso la Commissione bilancio, ma al momento non ci sono conferme anche perchè la Commissione si riunirà la prossima settimana. E’ una battaglia che il popolo calabrese dovrebbe abbracciare per difendere i diritti di quei già pochi lavoratori mantenuti dai vari governi in stato di sudditanza quasi a mendicare ogni fine anno quello che gli si deve.
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