SEL CASTROVILLARI, DIMISSIONI IN MASSA CONTRO TSIPRAS. SI DIMETTONO DAGLI ORGANISMI DI PARTITO: IL CONSIGLIERE COMUNALE, FRANCO DOLCE, IL COORDINATORE , GIUSEPPE CAMPANELLA E MARINA MARTINO COMPONENTE DELLA SEGRETERIA PROVINCIALE et  at:  14/03/2014  

SEL Castrovillari, dimissioni in massa contro Tsipras. Si dimettono dagli organismi di partito:  il consigliere comunale, Franco Dolce, il Coordinatore del circolo di Castrovillari, Giuseppe Campanella e Marina Martino Componente della Segreteria Provinciale SEL Cosenza - Si profilano nuovi problemi per la locale sezione di SEL, questa volta lo strappo viene dalle decisioni interne nazionali circa l' incondizionato appoggio alla candidatura di Tsipras per la Presidenza della Commissione dell'Unione Europea - come tale scelto dal gruppo Sinistra Europea nel suo quarto congresso il 13-15 dicembre a Madrid -. In questo contesto Sel Castrovillari, invece,  condivide e sottoscrive il documento presentato dalla federazione provinciale di Catanzaro: " Noi contrari a Lista Tsipras. Nostra collocazione ideale resta il PSE " ( il cui testo lo trovate in gran parte sotto ) che prevede la candidatura di Martin Schulz leader del progetto PSE. Di conseguenza hanno presentato le proprie dimissioni irrevocabili da ogni organismo di Partito, il consigliere comunale, Franco Dolce, il Coordinatore del circolo di Castrovillari, Giuseppe Campanella e Marina Martino Componente della Segreteria Provinciale SEL Cosenza. Non precisano la loro posizione nel partito e, non condividendo profondamente questo passaggio escono dall' establishment da cui non si sentono rappresentati. Un ulteriore strappo si profila in una delle aree della " sinistra estrema " che definisce un tentativo di suicidio del partito appoggiare Tsipras, ricordando che per alcuni iscritti l'adesione a SEL era stata decisa, anche e soprattutto, per la scelta del Partito ( ribadita nel luglio del 2013 ) di entrare a far parte del gruppo del socialismo europeo. Il documento condiviso e sottoscritto dalla locale sezione di SEL - "Noi contrari a Lista Tsipras. Nostra collocazione ideale resta il PSE" - Il 5.3.2014 si è consumata una profonda frattura tra il Partito centrale e romano di SEL e gran parte dei militanti di base e della dirigenza locale. La scelta di far predisporre ad un gruppo di 6 saggi la lista dei candidati per le elezioni europee del 2014 - senza alcuna discussione che garantisse, tra l'altro, la giusta ed adeguata rappresentatività territoriale - non è condivisibile, ma è consequenziale ad un cambio di linea del Partito nazionale che non condividiamo assolutamente. L'appoggio incondizionato alla candidatura di Tsipras per la Presidenza della Commissione dell'Unione Europea - come tale scelto dal gruppo Sinistra Europea nel suo quarto congresso il 13-15 dicembre a Madrid - e' un tentativo di suicidio del partito. Ricordiamo che per alcuni compagni l'adesione a SEL era stata decisa, anche e soprattutto, per la scelta del Partito, ribadita nel luglio del 2013, "di entrare a far parte del gruppo del socialismo europeo nella convinzione di poter contribuire, di fronte al declino dell'Europa e delle sue fallimentari politiche verso la crisi, al rinnovamento culturale, politico, organizzativo di una grande e importante famiglia politica che ha bisogno di contaminarsi con culture politiche portatrici di una visione nuova e diversa dell'Europa, delle sue attuali istituzioni come delle sue classi dirigenti che hanno fallito la prova di una risposta democratica di fronte alla crisi". Le parole in corsivo compaiono ancora nel sito web del Partito, sulla pagina principale, nel capitolo dedicato alla Storia del Partito, paradossalmente proprio accanto al manifesto "L'altra Europa con Tsipras". Oggi SEL cambia linea e binario, o meglio, deraglia, e il 9 febbraio scorso, nell'incontro con il candidato di Sinistra Europea, conferma la decisione di fornire ad essa un appoggio alle elezioni europee, al punto da portare il presidente Vendola a dichiarare, in modo incoerente, cervellotico e politicamente incomprensibile, che è necessaria l'affermazione di Tsipras per "cambiare la linea del partito del Socialismo europeo con un contributo a prendere coscienza che non è possibile immaginare che la formula della collaborazione tra socialdemocrazia e conservatori della destra possa essere la chiave per salvare l'Europa". Occorre prendere atto che questa scelta e la composizione autonoma delle relative liste – nelle quali peraltro l'identificazione di SEL nei candidati è evanescente -, la rinascita a livello locale di riallineamenti ed affiancamenti di vecchie compagini oramai arrugginite e con le quali fino alle recentissime esperienze amministrative si erano decisi percorsi autonomi e indipendenti, determinano una riedizione delle precedenti esperienze fallimentari concretizzatesi nelle formazioni di Sinistra Arcobaleno o di Rivoluzione civile, o di qualcosa di molto simile e comunque di mera testimonianza. L'abbandono del progetto del PSE, dunque, non può essere condiviso e non è accettabile. Tutto questo all'indomani della affermazione politica di Tsipras in Grecia, un paese cioè oltre il baratro del fallimento, dove forze reazionarie di estrema destra (Alba dorata) si stanno affermando in maniera preponderante. Era facile ed intuibile che tutta l'opinione pubblica non in linea con essa, si schierasse in maniera forte e decisa con un voto opposto e di protesta, così come è successo in Italia, nell'ultima tornata elettorale, dove abbiamo potuto assistere alla forte affermazione del Movimento 5 Stelle, il quale sin dalla nascita per i suoi limiti costitutivi organizzativi e di palese vuoto ideologico altro non è che un secco voto di protesta verso una classe politica inefficace. É forse il Movimento 5 Stelle il partito guida per l'Europa? Certo che no, come non lo sono le riedizioni di coalizioni che si ispirano a visioni della politica stantie ed anacronistiche, superate dalla storia e dall'evoluzione dei tempi. Anche il tentativo di parallelo tra la Sinistra italiana e l'esperienza di Syriza appare un accostamento politicamente così superficiale e semplicistico da sembrare quasi dilettantistico. Le liste in appoggio al manifesto "l'Altra Europa con Tsipras" vengono presentate a Roma da Fratoianni - e sul sito web di SEL - con grande enfasi. L' On. Fratoianni, coordinatore nazionale di SEL, dichiara, a proposito delle liste: "Un ottimo inizio. Candidati e candidate di grande qualità intellettuale, portatori e portatrici di esperienze del territorio che rappresentano l'Italia della realtà che ogni giorno vive gli effetti di una crisi devastante sul terreno sociale ed economico, candidati e candidate che indicano una speranza ad un'Europa sfibrata delle lobby e dall'austerità liberista". Carissimo Fratoianni, chi tra i candidati promossi è rappresentativo e conosce il territorio martoriato della nostra regione Calabria? Chi ha deciso, se interpellato, che - al di là del deprecabile fenomeno della 'ndrangheta che rappresenta spesso, nell'immaginario collettivo, i calabresi - non vi siano nel nostro territorio anche degni componenti, compagni di partito, che avrebbero con grande orgoglio rappresentato le istanze e le esigenze regionali alle elezioni europee? Perché non c'è stato modo di discutere durante il percorso decisionale su base regionale e provinciale? Aprite gli occhi e il cuore e, per tentare di rimanere ancorati alla realtà, cari dirigenti leggete i commenti espressi dai compagni delusi dalle recenti scelte postati in calce alla notizia delle liste dei candidati in appoggio a Tsipras, pubblicata il 5.3.2014 sul sito web nazionale di SEL! Come non dargli ragione. Ricordiamo che Vendola in un'intervista rilasciata qualche mese fa ad Eleonora Martini, giornalista de Il Manifesto, dichiarava testualmente che SEL era "a disposizione per un'opera importante che deve avere caratteristiche di forte innovazione culturale e la capacità di mettere insieme esperienze collettive e percorsi individuali. ..... A chi invece potrebbe pensare di riunire tutti quelli che stanno contro il PD, dico che la Sinistra Arcobaleno l'abbiamo già sperimentata e sappiamo com'è finita. Noi abbiamo il compito di tenere aperto il dialogo, anche con durezza, con il PD, e ..... poi provare tutti insieme a cucire le tante realtà che, in forme anche spurie, rappresentano una domanda di nuova politica. Dalle battaglie sui beni comuni a quelle per i diritti di libertà e per il lavoro. Ecco, credo che la sinistra può rinascere a condizione che curi il torcicollo. Che sappia liberarci da quella sindrome della sconfitta che la porta ad essere o massimalista - e massimalisticamente incapace di incidere politicamente - oppure minimalista e capace perfino di estinguersi nell'acqua putrida della governabilità". Ecco, caro Vendola, noi non vogliamo essere né minimalisti né massimalisti ma, pur guidati dal bagaglio culturale e politico che orienta la nostra testa e il nostro cuore, politicamente realisti. Non possiamo accettare di fare storicamente passi indietro se vogliamo dare un contributo per riaffermare il primato della Politica sui mercati e sul dominio dei tecnocrati. Noi vorremmo cominciare a parlare con un linguaggio comune. Quel linguaggio, che appartiene alla nostra testa e al nostro cuore, ricco di argomentazioni che appartengono al nostro patrimonio ideologico e politico, che nei contenuti, non certo nelle forme, furbescamente e con fare populista ha adottato Grillo per arringare alle folle, riempiendo il vuoto che la Politica ha creato tra essa ed il popolo; laddove anche in SEL possiamo assistere, in alcuni circoli, al teatrino dell'autocompiacimento di alcuni vecchi ed ormai logori nelle idee intellettuali di una sinistra sconfitta e superata, che chiusi a riccio nel loro narcisismo inconcludente e parolaio si dicono “bravo” l'un l'altro, onde fornirsi linfa vitale sino all'auto estinzione, gli ultimi residui di "duri e puri" che con spocchiosa arroganza e vacua saccenza bollano di inadeguato e di incapace ogni giovane che si avvicina alla politica, se solo osa pensare con la propria testa e dissente dai loro arcaici ragionamenti. Agli stessi giovani noi vorremmo ridare speranza, e dissuaderli dall'idea di abbandonare il territorio calabrese, con progetti che consentano di impartire loro le conoscenze utili a far funzionare e gestire gli strumenti della produzione e le tecnologie avanzate, dell'ambiente, mediante istruzione, addestramento e apprendistato e, quindi, promuovendo competenze e merito, nella consapevolezza che i fattori più importanti dello sviluppo e del cambiamento siano lavoro, cultura, Istituzioni. Noi continueremo a legarci ad un progetto che promuova politiche europee migliori, e più forti, che non sono possibili senza una vera politica europea. Occorre un'unione fiscale ed economica, come conseguenza di una vera unione politica. Nel manifesto di Torino per il nuovo Rinascimento dell'Europa, si afferma "che le elezioni europee non devono essere più considerate come test di metà mandato dei partiti nazionali nei 28 Paesi membri, bensì come il momento in cui il cittadino europeo sceglie la direzione per l'Europa, offrendo un mandato democratico al Parlamento ed al governo europeo. La politicizzazione della Commissione e l'europeizzazione delle elezioni del Parlamento europeo e dei parlamentari nazionali sono tappe cruciali verso una Unione politica, ma non sono sufficienti. È necessario promuovere e rafforzare la partecipazione diretta dei cittadini al processo decisionale europeo. L'iniziativa cittadina europea deve diventare uno strumento ordinario per coinvolgere la società civile ed i partiti politici in campagne su base transnazionale. Gli scioperi e le lotte sociali devono essere ricondotti a livello europeo, controbilanciando, con il ruolo dei cittadini e dei lavoratori, il crescente peso delle lobby e degli interessi costituiti nelle decisioni dell'Unione". Il PSE si muove su questa direttiva e noi questa continueremo a seguire. Perché l'economia globale richiede una democrazia sovranazionale. Una Unione politica e democratica è la condizione per poter dare all'Europa un modello di governance efficace e legittimo che, rivedendo le politiche di austerity, promuova stabilità, crescita e solidarietà, e dia a noi cittadini europei una voce e la possibilità di incidere sul mondo in cui viviamo. Martin Schulz afferma che se vogliamo difendere la nostra capacità di agire, abbiamo bisogno dell'Europa perché nessun Paese europeo è in grado, da solo e a livello nazionale, di domare i mercati e salvare la democrazia contro l'affermarsi, propugnato dalle destre europee, di un pensiero nazionalista e neoliberista che si è messo al servizio della finanza a scapito del lavoro dell'economia reale. Inseguendo vecchie suggestioni, che furono proprie del più grande partito comunista dell'Europa occidentale, SEL si è lasciata imbrigliare dalla nostalgia della militanza, superata anni orsono alla Bolognina. Non siamo a dire che bisogna rinnegare la militanza e la resistenza dei nostri nonni, gli scioperi, le lotte dei nostri padri, il sacrificio di tanti compagni caduti; al contrario, che oggi è obbligatorio, ed improrogabile, prendere coscienza che i prodotti successivi di quella Sinistra – rissosi, settari, lontani dalla base e dalla nostra gente che abbiamo perso sempre di più, facendo il martirio della Sinistra e delle sue politiche - verso i quali stancamente e ciclicamente si tende e ritende, sono stati sconfitti dagli eventi e dalla storia. SEL con questo cambio di rotta si preclude oggi l'occasione, non aderendo direttamente al PSE e decidendo di sostenere Tsipras piuttosto che Schulz, con una incomprensibile posizione che lascia peraltro intendere che al PSE di nuovo si tenderà - come se il PSE aspettasse le esperienze e i cambi di rotta di SEL per portare avanti le sue idee - di essere in Italia l'espressione parlamentare più a sinistra in un'alternativa di governo socialista e riformista. Decide invece di volersi concedere all'abbraccio mortale della sinistra radicale, poiché è provato dai precedenti risultati elettorali che l'elettorato italiano ha sempre bocciato queste espressioni radicali dei partiti di sinistra, diventati sempre più circoli settari ed elitari distanti dalla gente e dai suoi reali problemi, persi in mere enunciazioni di bandiera e di principio, e non saranno certo le Europee del 2014 l'eccezione alla regola. E se anche il risultato premiasse la lista pro Tsipras, l'ambigua linea di SEL, che sostiene Tripras ma afferma di guardare comunque al PSE, delinea un futuro del tutto oscuro e privo di qualsivoglia progettualità politica. Noi siamo per la rinascita di partiti innovativi che si ridefiniscano partiti europei ed internazionali e che possano consentire ai cittadini di partecipare e di condizionare la globalizzazione e la "europeizzazione delle politiche" e le loro conseguenze nella società di riferimento. Noi consideriamo questo cambio repentino di rotta come un grave errore e, pur rispettando la maggioranza della base del Partito che ha deciso questa linea, non la condividiamo e neppure faremo ipocritamente finta di nulla, perché portare avanti un progetto ha senso se ci si dedica anima e corpo e se ci riconosce pienamente. Anima e corpo che abbiamo speso sempre in SEL, buttando spesso il cuore oltre l'ostacolo, e tra carenze organizzative e politiche di carattere nazionale, regionale e provinciale, e contribuendo in modo concreto – spesso nella totale solitudine; più spesso ancora nel più inaccettabile fuoco amico – al radicamento territoriale del Partito, in una Città difficile, problematica e scarsamente dedita alla partecipazione attiva e democratica. Riteniamo, pertanto, non sostenibile la linea del partito nazionale e regionale. Non saremo parte attiva nella fase di raccolta firme per la lista "L'altra Europa con Tsipras", non faremo quindi parte di comitati, né spontanei né ufficiali, né tantomeno ne sosterremo i candidati. È chiaro, dunque, che per il rinnovo del Parlamento europeo il nostro voto non andrà alla suddetta lista, ed è per onestà intellettuale e coscienza politica, che i sottoscritti rinunciano sin d'ora con a ricoprire cariche e/o funzioni di partito; facendo valere il presente documento politico quale atto formale attestante le nostre dimissioni irrevocabili da ogni organismo validamente costituito. In perfetta sintonia con la formazione culturale e  politica di ciascuno ci impegneremo, convintamente, a sostenere la candidatura di Martin Schulz a presidente della Commissione dell'Unione Europea. Coerenza è rimaner se stessi, col trascorrere del tempo, entro spazi in perenne mutamento. Claudio Chiaravalloti - coordinatore circolo "S.Pertini" Catanzaro Lido e delegato all'assemblea regionale, Giovanni De Fazio - coordinamento provinciale Catanzaro, Antonio Giglio*- coordinamento provinciale Catanzaro e delegato al congresso nazionale, Aldo Rosa - segreteria regionale Calabria e coordinamento provinciale Catanzaro, Bruno Talarico - componente commissione di garanzia provinciale Catanzaro e delegato al congresso nazionale, Giovanni Vitale - coordinamento provinciale Catanzaro, *Consigliere comunale SEL, nonché Capogruppo SEL, della Città di Catanzaro.

 

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