" ARTE E FEDE A LAUROPOLI " PRESENTATO IL LIBRO DI MARIO VICINO, TRA GLI EVENTI INCLUSI NEI FESTEGGIAMENTI DEI 250 ANNI DELLA FONDAZIONE DI LAUROPOLI et  at:  04/02/2014  

Arte e fede a Lauropoli, testimonianze di una comunità in cammino - " Arte e fede a Lauropoli ", opera nuova dello storico dell' arte Mario Vicino per i tipi delle Edizioni Prospettive Meridionali ( con dedica speciale alla famiglia Troccoli, in specie alla indimenticata professoressa Clementina, docente dell' autore del libro ), segna uno degli eventi piu' significativi a culmine del ricco programma disegnato per festeggiare i 250 anni della fondazione di Lauropoli. Oltre due secoli di storia – dal primo fuoco acceso dalla generosa e presaga duchessa Laura Serra nel 1763 – di una comunità piccola ma capace di esprimere una profonda ricchezza spirituale e di ritagliarsi uno spazio ben definito nel complesso tessuto sociale di questo territorio innerbando le sue robuste radici contadine, mai rinnegate, con la pianta elegante e multiforme delle arti e dei mestieri, legata all’affermazione inarrestabile di un moderno, laborioso ceto medio e professionale. Su una Lauropoli vista attraverso le sue più preziose e intense espressioni di fede (la Chiesa della Presentazione del Signore al Tempio, la statua lignea risalente al XIX sec. Ed il dipinto della Madonna del Buon Consiglio attribuito a pittore meridionale del XVIII sec., le cui origini affondano tuttavia in tempi ancora più remoti e in straordinari racconti salvifici) il professor Vicino, studioso del bello e del vero, ricercatore appassionato e instancabile di una Calabria immanente ma pure “altra e alta” – quella, per intendersi, che si richiama ai veri tramiti fra classicismo e umanesimo, ovvero a Leonzio Pilato, originario forse di Piana Calabra presso Reggio, fra i primi promotori dello studio della lingua greca nell’Europa occidentale e traduttor d’Omero in prosa latina, e al suo maestro Barlaam Calabro, detto anche Barlaam di Seminara, menzionato dall’umanista Giannozzo Manetti quale maestro di greco di Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca; quella Calabria che pure è stata ed è, a dispetto di un ritardo sociale e storico che la vuole terra a margine ossia lenta periferia di un mondo che si muove ed evolve o involve molto più in fretta – compie con “Arte e fede” un lavoro minuzioso e attento, di dotta catalogazione e di descrizione incantata, che costituisce di suo un punto fermo nel processo di ridefinizione dell’identità non solo di questo borgo ma di tutto un ampio territorio, del resto oggetto da tempo degli studi del docente liceale e storico dell’arte nonché socio della Deputazione di storia patria per la Calabria, basti ricordare la bella monografia dedicata a Pietro Negroni e il ponderoso “Arte in Calabria storia opere e percorsi”. Nelle parole di Mario Vicino rivive con forza l’affettuoso legame che unisce il popolo alla Madre del Buon Consiglio – in latino Mater Boni Consilii –, la devozione alla quale si deve principalmente ai frati eremiti agostiniani. La storia di “questa” Maria, che deve probabilmente il suo appellativo all’accettazione “dell’eterno disegno di Dio e del mistero del Verbo incarnato”, si intreccia poi con altre vicende dando vita talora a vere e proprie leggende, lestamente metabolizzate dal sentimento popolare, come quella secondo cui da Scutari il dipinto originale sarebbe stato trasportato dagli angeli in Italia, per sottrarlo ai Turchi in procinto di conquistare l’Albania. Al di là dei racconti leggendari, resta il valore artistico e spirituale della statua (qui mirabilmente raccontata in quello sguardo della Vergine “in cui aleggia consapevolezza, rapimento e stupore nell’offrire Gesù nudo”) e del dipinto ad olio della Vergine (realizzato su “schema tradizionale della nota icona delle popolazioni italo-albanesi” per comprendere, a parere di Vicino, i due momenti relativi alla Circoncisione e alla Presentazione di Gesù), oggi amorevolmente custoditi nella chiesa lauropolitana. Il dipinto, come ricorda Alfonso Frangipane nel suo Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, fu donato alla chiesa di S.M. della Purificazione (oggi detta “della Presentazione”) dalla Duchessa Serra, trovando posto acconcio “sull’altare maggiore” ancora “in buono stato di conservazione”. Annota Mario Vicino: “Il dipinto è una ‘naturalistica’ raffigurazione” la cui finalità principale è “quella di indurre l’animo e la mente di colui che la guarda ad andare oltre ciò che si percepisce con gli occhi”. E poco più oltre, aggiunge: “Il viso della Vergine, pur avendo i lineamenti di un semplice volto di donna, possiede anche una bellezza incomparabile, in modo tale che ogni destino umano si trova misteriosamente immerso in Lei”.  D’altronde, le icone, come ha affermato don Pietro Martucci nel suo intervento, sono “libri per chi non sa leggere” e anche per loro tramite “l’arte libera le risposte dell’uomo sulla fede”. Resta, quindi, il fatto inconfutabile della forza che queste testimonianze di fede e di cultura profondissime esprimono e della loro dolcezza infinita (del quadro, del resto, Vicino dice che “vede teneramente effigiata la Vergine mentre abbraccia il frutto del suo grembo”). In particolare, dello sguardo innocente del Bambinello colpisce l’amore e la curiosità per il mondo: sentimenti che, come ha sottolineato lo stesso Vicino, gli occhi del povero Cocò, per stare alla cruda realtà di un recentissimo e tragico fatto di cronaca, chiusi per sempre da una violenza inusitata, non potranno più provare. Da qui, il richiamo dei presenti alla forza civile della comunità di Lauropoli, che deve trovare ancora una volta il modo di risorgere dalle ceneri della barbarie e proseguire nel suo cammino di civiltà. Da qui, esattamente da qui, nell’augurio e nell’impegno di tutti, devono ripartire queste genti, con il sostegno del territorio, delle istituzioni e dello Stato. Gli intervenuti all’evento. La presentazione del volume di Mario Vicino si è svolta giovedì scorso presso l’efficiente struttura che ospita l’Istituto Comprensivo “G. Troccoli” a Lauropoli, al cospetto di tanti studenti delle Medie inferiori – presente pure una piccola ma diligente delegazione di bambini delle elementari – e con il contributo di un nutrito gruppo di personalità in rappresentanza delle istituzioni locali e regionali, del mondo della cultura e della Chiesa locale. Con la regia e il coordinamento dell’editore Martino Zuccaro (direttore delle Edizioni Prospettive Meridionali), hanno preso la parola per i rituali saluti Mario Guaragna e Franco Papasso, rispettivamente presidente del Consiglio comunale e sindaco di Cassano allo Jonio, ed il consigliere regionale l’onorevole Gianluca Gallo; a seguire gli interventi della professoressa Emilia Mortati, dirigente dell’Istituto “G. Troccoli”, di don Pietro Martucci, parroco della Chiesa della Presentazione e autore della puntuale prefazione all’opera, del dottor Giuseppe Aloise, coordinatore del Comitato per il 250° della Fondazione di Lauropoli, e del professor Luigi Troccoli, dirigente del Miur, cui si deve l’ottima presentazione del volume.  Antonello Fazio

 

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