CASTROVILLARI. L' ARTE IN CALABRIA, TRA PAROLA E SEGNO. MARIO VICINO E LE RAGIONI DI UN IMPEGNO et  at:  05/11/2013  

CASTROVILLARI. L' arte in Calabria, tra parola e segno. Mario Vicino e le ragioni di un impegno -  Continua a mietere interesse e apprezzamento “Arte in Calabria. Storia Opere Percorsi”, il raffinato volume scritto dal professor Mario Vicino per i tipi dell’Editrice Aurora.  Dopo la presentazione ufficiale alla città di Castrovillari, nel marzo di quest’anno, in occasione di un incontro presso il locale Circolo Cittadino, e una serie di appuntamenti in varie città calabresi ed italiane, il libro è ritornato a Castrovillari per essere al centro, giovedì scorso 31 ottobre, di un bell’evento organizzato dal prestigioso Liceo Artistico Statale cittadino, intitolato ad Andrea Alfano, di fronte ad una platea quasi interamente composta da studenti dello stesso Istituto e del Liceo Classico “Giuseppe Garibaldi”. Sui contenuti del ponderoso volume d’arte (375 pagine, corredato di un’amplissima galleria fotografica, con testi esemplari per chiarezza di significati e ricchezza di rimandi ed una vasta bibliografia di riferimento) e sulle ragioni dell’impegno culturale e sociale del professor Vicino, apprezzato socio della deputazione di Storia patria per la Calabria ed amato docente di Storia dell’Arte (a seguirne le tracce si nota come lo studioso, da poco in pensione, sia oggetto di calorose manifestazioni di affetto e stima da parte di suoi ex alunni, colleghi e mentori), hanno discusso il professor Leonardo Viafora, dirigente scolastico del Liceo “Alfano”, le professoresse Anna Letizia Candelise e Filomena Schifino, rispettivamente docenti di Storia dell’Arte e Lettere del medesimo istituto, e il dottor Francesco Fusca, ispettore emerito del M.I.U.R. (Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca).  La proposizione dell’opera ad un pubblico di studenti (cui “la società di adulti deve rispetto e attenzione” – così si sono espressi i vari intervenuti – “nella consapevolezza della responsabilità che essa ha di educare alla bellezza e al gusto, al viaggio e alla scoperta”) è, nella sua logica lineare, il perfetto compendio del senso degli studi di Mario Vicino. Studi nati alla luce delle sue origini popolari – ricordate con orgoglioso amore, proprio in questo ultimo lavoro, attraverso la commossa dedica alla madre, donna pia e devota – e del precoce incanto per l’arte visiva sacra secondo un’altra eredità riconducibile, quasi ab origine, alla figura materna, e che si sono sviluppati di pari passo con l’indubbia capacità di muoversi agilmente fra più discipline senza perdere di vista il fine ultimo della relazione con gli altri (da studioso che condivide, con schiettezza e generosità, i frutti del proprio lavoro anziché rinchiudersi nella torre d’avorio della conoscenza in quanto forma o strumento di potere) né tradire il senso della lezione umana e culturale più grande di tutte, cioè l’idea che il viaggio – tanto più nella bellezza e nella creazione – sia sostanzialmente ricerca, scoperta, estasi. Compassione, nel senso etimologico della condivisione di istinti remoti e sentimenti, e scambio. Da qui, lungo il solco tracciato già da una monografia su Pietro Negroni, con “Arte in Calabria. Storia Opere Percorsi” ha preso corpo la scelta di viaggiare nei luoghi più intensi della Calabria, di scrivere dei manufatti artistici che ne esprimono ancora oggi – in tempi grami per la cultura, di obnubilamento dell’arte – la profonda essenza di regione-crocevia, di terra aperta dove si sono incontrate le massime espressioni civili del Mediterraneo e dell’Europa (dalla grecità classica alla scuola fiamminga) e dove  queste testimonianze non hanno prodotto divisioni ma incontro.  “Arte in Calabria” – proprio come l’aveva pensato il suo autore – è un saggio di natura prevalentemente filologica, un viaggio per terre note ma per molti versi anche ignorate, il risultato di una certa idea del mondo e del bello (“la storia dell’arte è tutta nella percezione, nel sussulto verso ciò che l’occhio vede, nella delizia del nostro sguardo gettato sul mondo, su un particolare o su un colore, su una forma o un’ombra. E’ il racconto di quella capacità di creare in cui, secondo Gropius, è la mente che guida la mano”), il parto scaturito da una genesi lunga un decennio e oltre. Se ne ricava una notevole impressione leggendo i capitoli dedicati a Castrovillari (con le tavole del Negroni, pittore cinquecentesco che ha lasciato tracce di sé pure a Cosenza nella Chiesa di San Francesco di Paola e a Palazzo Arnone, e le testimonianze conservate in S. Maria del Castello) e a Rossano (il Codex Purpureus e tutta la questione della localizzazione della sua origine, forse siriana o bizantina), e quelli riservati a Morano (le statue di Santa Lucia e Santa Caterina opera del Bernini, il celebre polittico del Vivarini), Altomonte, Corigliano, Crotone, Lungro, Fiumefreddo Bruzio.  Con una invidiabile ricchezza di particolari e un uso abile di tutta una rete di conoscenze (attinte a piene mani, ma sempre con profondità, dalle discipline artistiche e letterarie), Vicino racconta e vive, collegandosi alle testimonianze e alle lezioni di Leonzio Pilato e Tommaso Campanella, Boccaccio e Antonio Vecchioni: così, accanto alla minuziosa trama imbastita per porgere i grandi e piccoli capolavori d’arte di cui principalmente si occupa, trova occasione di parlare del viaggio di Carlo V (il “savio e benigno imperatore”) in Calabria e delle sculture che raffigurano il monumento funerario di Isabella d’Aragona, descrive le icone delle Dodici Grandi Feste bizantine e accenna agli artisti calabresi del Risorgimento (Giambattista Santoro, Angelo Mazzia e soprattutto Eugenio Tano).  Ne risulta un’opera di grande efficacia, fluida ed aperta verso infiniti rimandi, in cui “la Calabria si fa grande attraverso il segno della bellezza e della speranza”, un libro nelle cui pagine la sapienza del docente e quindi il suo magistero richiamano a gran voce l’interesse dei discenti, invitandoli a percorrere una strada senza fine, ad andare sempre avanti, mai domi e mai sottomessi alla conoscenza cristallizzata, ma con curiosità e tensione spirituale.      Antonello Fazio  

 

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