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Come cambia la comunicazione nella formazione dell' opinione pubblica. Il primato dell' Io: " I media sono io " - E' l'argomento di cui di recente si è parlato al Censis nell' ambito dell' annuale appuntamento di riflessione di giugno «Un mese di sociale», giunto alla venticinquesima edizione, dedicato quest'anno al tema «La società impersonale». Nel primo decennio degli anni 2000, il rapporto degli utenti con i media e' stato segnato dal passaggio da un modello di trasmissione verticale a una dimensione orizzontale, con un numero sempre maggiore di persone costantemente immerse in flussi di comunicazioni intensi e persistenti, propagati secondo modalità del tutto nuove. Non si tratta soltanto di prendere atto del fatto che oggi la televisione si può guardare anche attraverso Internet, che la radio si può ascoltare per mezzo del telefono cellulare che i giornali si possono leggere al computer o con il tablet. Non è in gioco un semplice cambiamento del vettore delle trasmissioni. Le nuove modalità di comunicazione si sono definite con l’affermazione su vasta scala in seno alla società di due paradigmi fondamentali: 1) da una parte, la moltiplicazione e l’integrazione dei mezzi di informazione e comunicazione di cui disponiamo; 2) dall’altra, una finora inedita centralità dell’utente, che oggi è tendenzialmente in grado di comporre attivamente i propri palinsesti fatti su misura, in base ai propri gusti e desideri, e di realizzare e diffondere con grande facilità, grazie alle tecnologie digitali, contenuti autoprodotti. " I media sono io ", si potrebbe dire per descrivere l’evoluzione della specie digitale. Nonostante la perentorietà dell' affermazione, tuttavia, essa riassume una innegabile tendenza di affermazione del soggetto nella comunicazione ed è il condensato in poche parole dei cambiamenti più significativi che si stanno stratificando nell’assetto dei mezzi di comunicazione e nei comportamenti d’uso. Il notevole sviluppo di Internet dell’ultimo decennio – sia del numero degli utenti, sia delle sue applicazioni, che ormai permeano ogni aspetto della nostra vita quotidiana –, l’evoluzione della rete nella declinazione del web 2.0, la crescita esponenziale dei social network, insieme alla miniaturizzazione dei dispositivi hardware e alla proliferazione delle connessioni mobili, sono i fattori che tutti insieme hanno esaltato la primazia del soggetto. Una primazia che paradossalmente porta al “solipsismo di Internet”: milioni di persone continuamente connesse tra loro e rivolte contemporaneamente verso se stesse, secondo un meccanismo di introflessione; la rete come strumento nel quale si cercano le conferme delle opinioni, dei gusti, delle preferenze che già si possiedono; il conformismo come risultato dell’autoreferenzialità dell’accesso alle fonti di informazione; il populismo delle opinioni settarie contrapposte e radicate che non trovano alcuna sintesi razionale. Precisamente il contrario del ruolo svolto storicamente dalla stampa e dalle aziende editoriali, quello cioè di formare un’opinione pubblica che esprime pareri diversi ragionando sulle stesse cose, fornendo a ciascuno anche la possibilità di conoscere ciò che non sapeva di voler sapere.
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