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IL PROFUMO DELLA VITA Dimenticando il cardo quale causa di morte per Dafne, dalla quale la Terra, addolorata, fece nascere fiori spinosi, Mimmo Sancineto ha voluto, per così dire, riabilitare questo fiore selvatico dedicandogli una mostra personale. Ha osservato molto attentamente questo miracolo della natura in modo ravvicinato nelle sue molteplici varietà di forme e di colori e ne ha studiato i caratteri. Antropomorfizzando la forza propria dei cardi che fioriscono e prosperano nei terreni più inospitali e nei climi più aridi, ha attribuito loro caratteristiche e “comportamenti” tipici dell'essere umano: come il cardo eleva il suo fusto ed i suoi rami verso il sole, resistendo al vento, alla pioggia e a tutti gli insulti dell'ambiente e conservando l'integrità e la bellezza dei suoi rossi e dei suoi gialli, così l'uomo, fronteggiando e superando mille difficoltà, continua a vivere con dignità e coraggio realizzando i suoi progetti esistenziali. I colori fermati sui dipinti virano dai più tenui e dalle sfumature pastello a quelli più decisi: con i rossi sanguigni, i cobalto, i viola scuri e tutte le relative sfumature, l'Artista, metaforicamente, rappresenta le passioni e le turbolenze dell'animo umano, ma anche la delicatezza e la fragilità dei sentimenti più profondi. I colori, usati sapientemente, sono spesso resi più corposi e plastici attraverso l'utilizzo di stucchi ed impasti che materializzano i soggetti rappresentati quasi come in un bassorilievo: anche questa tecnica contribuisce alla rappresentazione di un fiore dotato di una forza e di una vitalità straordinarie. Impastate ai colori, le sue crete, spalmate con morbide ma energiche spatolate, raccontano proprio questo: al di là delle spine, simboli della necessità di difendersi e di offendere, questi cardi, dai cuori vivacemente colorati, hanno comunque il “profumo della vita”. Ed è con questa immagine che l'artista consegna il suo specialissimo ed insolito bouquet a chi ha voglia di andare oltre l'apparenza per cogliere sostanza e significato. Isa Laudadio ------- Altre recensioni - La nuova stagione dell’arte di Mimmo Sancineto - Ogni artista, nel percorso professionale, che temporalmente coincide con quello biografico, attraversa varie stagioni, mutamenti stilistici e tecnici, evoluzioni graduali o improvvise, che corrispondono poi alle trasformazioni interne alla composizione della sua poetica. La poetica di Mimmo Sancineto ha mostrato , nel corso degli anni, una complessità ed una ricchezza che provengono , in parte, dalla sua formazione di studi regolari; ma che poi, attraverso varie esperienze di vita, conoscenze tecniche nuove , suggestioni e curiosità che lo hanno avviato sui percorsi delle sperimentazioni, soprattutto attraverso la sua particolare sensibilità per la dimensione dello spazio, testimoniata dalle interessanti produzioni nell’ambito della scultura, hanno costantemente tenuto vivo il dinamismo interno della sua poetica, impedendole di cristallizzarsi in quella ripetizione di se stessa che, per tanti artisti, rappresenta la morte dell’ispirazione. La poetica è, per ogni artista, per citare Binni, “quello stadio della vita spirituale che sta fra l’esperienza indiscriminata e l’espressione artistica”; pertanto, a monte di ogni produzione artistica, sta l’esperienza di ciascuno, nel senso biografico , ma anche nel senso tecnico-culturale, ed anche nel senso della maturazione estetica, filosofica, politica, persino religiosa; cosicché, parallelamente al binario della vita personale, scorre per ogni artista il binario dell’evoluzione poetica, tanto più ricca, quanto più è ricca la dotazione e la messe personale di spunti, suggestioni, conoscenze, sperimentazioni. E per Mimmo Sancineto è proprio questa la ricchezza, il dinamismo e la perpetua novità della sua produzione, mai ferma a contemplare se stessa, ma sempre spinta a rinnovarsi, a purificarsi, a tendere sempre ad una maggiore, ma diversa, perfezione. Cosicché,dopo decine di mostre in giro per l’Italia, in sedi sempre assai prestigiose; dopo stagioni artistiche e sperimentazioni tecniche partite dal figurativo , per approdare all’informale ; dopo stagioni rivolte, con una sensibilità particolare per le forme dell’ arte antica, ad una rivisitazione dell’arte greca e bizantina, trasfigurate nella chiave della solarità del Mediterraneo e dei suoi colori ; attraverso una sempre presente dimensione ambientalista , che lo spinge ad una rappresentazione , continuamente in evoluzione, dei paesaggi dei Parchi, soprattutto quello del Pollino; finalmente l’Autore approda , in questa nuova stagione, ad uno sperimentalismo tecnico sul colore e sulla luce, che, possedendo una gamma cromatica completa, viene dall’Autore gradualmente spogliata dei colori misti o impuri, fino ad arrivare alla purezza totale, che tutti gli artisti inseguono. Simbolo tematico di questa nuova stagione artistica è una creatura inconsueta, il cardo mediterraneo, colto nelle diverse sfumature della sua effimera fioritura, in boccio, in fiore, in disfacimento, a significare la bellezza, che si può rintracciare in ogni fase della vita. Perché in questa fase è fortissima la sensibilità dell’Autore per le creature naturali più umili , che vengono fortemente umanizzate, e si ergono a simbolo della condizione umana, a simbolo della resistenza in particolare dell’uomo calabrese, che orgogliosamente si erge contro il destino avverso. Ma il cardo è poi simbolo di una bellezza difficile, irta di difficoltà, ed è creazione assoluta dell’Artista, che lo reinventa e lo ricrea , ridisegnando la realtà sulla base della propria sensibilità:si veda per esempio il terreno scurissimo , contaminato dall’uomo, nel quale pure il cardo si erge vittorioso, così come resiste al sole ed alla pioggia, al vento ed alla calura, forte , orgoglioso, resistente. Ma soprattutto, mai solo, rappresentato sempre in infiorescenze numerose; a testimoniare quanto, nella resistenza umana al “male di vivere”, possa contare il sentimento della solidarietà. Infine, la scelta difficile di questo inconsueto protagonista, sta a testimoniare come un vero artista riesca a fare grande arte anche con gli oggetti della vita quotidiana, quasi cancellati dall’abitudine, che, rappresentati con tecniche o associazioni inconsuete, assumono agli occhi dei fruitori un potere di suggestione fortissimo, poiché appaiono nuovi, e come riscoperti nella loro dimensione esistenziale. La tecnica adoperata, che è una tecnica mista, fornisce alla rappresentazione una plasticità quasi tridimensionale, collegata al tentativo di conseguire un volume da bassorilievo, tipica della sensibilità dello scultore;i colori sono forti e squillanti, perché esasperati dalla luce solare, con effetti impressionistici ed applicati direttamente sulla tela, senza la mediazione del disegno; il che testimonia di una volontà dell’ Artista di non circoscrivere la realtà secondo uno statuto eccessivamente razionale, ma di rappresentarla liberamente sulla scorta delle sensazioni , sia pure in un ambito di un nuovo realismo, o di un ritorno ad un figurativo particolare, totalmente ricreato dal suo sentimento del reale. Assai vitale, dunque, questa nuova stagione di Sancineto , a dimostrazione del fatto che ,come il cardo nelle varie fasi della sua vita, ogni stagione artistica ha la sua bellezza ed il suo potere suggestivo. Donatella Laudadio -------------------------------- I cardi di Mimmo Sancineto - Dopo un susseguirsi di mostre in note città italiane, che hanno ottenuto esiti positivi di valutazione critica, Mimmo Sancineto, a distanza di molti anni, espone nella sua Galleria d’Arte, a Castrovillari, un’affascinante personale monotematica: I Cardi.L’Artista, puntando su un unico tema, ha sfidato il rischio di cadere in un refrain monotono e ripetitivo, rischio che ha abilmente evitato, grazie all’abilità tecnica che gli ha permesso di creare avvincenti “sinfonie” cromatiche, mediante la variazione dei colori, forti nel timbro e armoniosi nella partitura dei toni, fino a ottenere sfumature delicate e trasparenti. Una pittura espressionista, che pur traendo ispirazione dalla natura, non la imita, ma la ricrea nell’interiorità di una visione del tutto personale. Eliminando la tradizionale prospettiva, Sancineto scandisce in profondità lo spazio pittorico tramite larghe spatolate, giustapponendo sulla tela dense zone di colori corposi. Tra i piani cromatici si elevano i “suoi” cardi. Prodotto della terra, il cardo, pianta erbacea delle Composite, con fusto e foglie spinosi, produce fiori a capolino di colore rosso, lilla, viola, giallo. Esistono diverse specie di cardo, Sancineto dimostra di averne una conoscenza approfondita. Come mai il maestro calabrese predilige tra i tanti fiori e frutti che la natura offre proprio il carciofo selvatico? Sancineto sceglie il cardo forse perché è un ortaggio secolare, molto diffuso anche nella nostra terra. Nell’antichità il cardo aveva un duplice significato: positivo e negativo. Nel primo caso, considerando che la pianta, una volta spezzato il frutto, ritornava a fiorire, simboleggiava una vita lunga e vigorosa. Nel secondo caso sovviene l’inesorabile sentenza di Dio, quando Adamo, dopo essere stato cacciato dall’Eden, si sentì dire : “Spine e cardo produrrà per te la terra” (Genesi 3,18) nel senso che per procurarsi il cibo l’uomo, da allora in poi, avrebbe dovuto soffrire e subire dure prove. Nel NuovoTestamento il cardo, poiché ha fusto e foglie spinosi, assume significato cristologico, rimanda alla Passione e alla corona di spine, posta dai soldati di Pilato sul capo di Cristo. Sancineto in alcuni dipinti evidenzia le spine e le punte sporgenti del filo spinato entro il quale e anche oltre svettano i coloratissimi cardi. In filigrana egli riesce a veicolare l’eterno dissidio tra il bene e il male, inoltre fa percepire la precarietà della bella stagione nel raffigurare i cardi rinsecchiti, privi di colore; in questo caso l’impasto grigiastro si fa ancor più ispido. In tante altre tele le spine invece scompaiono, i fiori si vedono nell’esilità dell’infiorescenza, nella carnosità delle foglie, nei singoli capolini. Le splendide tele raffiguranti i cardi senza spine attestano un messaggio di luce e di speranza. Gli sfondi azzurri, verdi, rosati, rossi, gialli, arancio fanno riacquistare al cardo il primitivo significato di buon auspicio contro il flusso delle forze negative. In virtù del suo carattere solare, l’Artista è portato ad esaltare il bene e il bello di una natura inventiva e incontaminata. Adriana De Gaudio
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