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Parco Archeologico di Sibari, la Protezione Civile regionale si difende - Sono arrivate alcune precisazioni a mezzo comunicato stampa dalla Protezione Civile regionale, il sottosegretario regionale alla Presidenza, con delega alla Protezione Civile Franco Torchia, rispondendo alle polemiche sollevate dopo l’esondazione del fiume Crati, che ha sommerso di acqua e fango il Parco Archeologico di Sibari, non nasconde l' inadeguatezza dei mezzi a disposizione della struttura ma reputa ingeneroso - accusare la Protezione Civile regionale i cui tecnici, anche in questo caso – aggiunge nella nota - sono stati i primi ad arrivare sui luoghi del disastro per verificare cosa e quanto si poteva fare. Non voglio certamente tirarmi fuori dalle responsabilità – continua il comunicato - ma, laddove ci sono disastri al territorio o quando si tratta di salvare vite umane, il Sistema di Protezione Civile ha sempre dimostrato tempestività e generosità - Ricordiamo che in precedenza la direttrice del Parco Archeologico di Sibari aveva indicato chiaramente gli enti responsabili del disastro: Provincia, Afor ed in ultimo proprio la Protezione Civile. In Calabria – chiarisce il sottosegretario - lo stato di abbandono di vaste aree del territorio è diventato ormai un fenomeno preoccupante che si aggiunge all’incuria e alla mancanza di manutenzione da parte degli enti preposti. Sono sufficienti perciò precipitazioni piovasche più intense del solito per provocare danni ingenti. E le piogge che nei giorni scorsi hanno interessato la Sibaritide sono state particolarmente eccezionali. La fragilità del territorio basta quindi ad annunciare i disastri alluvionali, durante degli eccezionali eventi atmosferici di settembre 2009, l’esondazione del Canale Stombi, a causa del mancato funzionamento delle pompe idrovore, aveva provocato l’allagamento del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide -. Già allora la Protezione civile regionale aveva rappresentato la necessità di effettuare un urgente intervento volto al ripristino delle normali condizioni di deflusso a mare del fiume Crati descrivendo lo scenario che, puntualmente, si è verificato nei giorni scorsi, con il completo allagamento degli scavi archeologici. Ma nella nostra regione il problema rimane sempre lo stesso: rincorrere le emergenze.
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