CASTROVILLARI, OSPEDALE SPOKE, L' ASSOCIAZIONE FAMIGLIE DISABILI SCRIVE A NAPOLITANO et  at:  16/01/2013  

Castrovillari, ospedale spoke, l' associazione Famiglie Disabili scrive a Napolitano.Oggetto: decr. n.°191 del 20/12/2012 del Presidente Giunta Regionale Calabria, Commissario alla Sanità. Onorevole Presidente,  sono la mamma di un ragazzo disabile e la Presidente dell’Associazione di volontariato A.F.D. (Associazione Famiglie Disabili) che opera  a Castrovillari  in provincia di Cosenza e precisamente  nel territorio del Pollino.  Su di noi, gente del Sud e fratelli d’Italia, in un’impressionante carenza di infrastrutture, sparpagliati  e rapinati di diritti, di denaro e credibilità, incombe ora il pericolo di non poter porre riparo alle nostre malattie, vittime dello smantellamento e degli accorpamenti degli ospedali. Sorpresa e dissenso per la modalità con la quale l’Amministrazione Regionale e Commissariale, in merito al piano di riordino ospedaliero, continua a gestire la situazione dei  nostri luoghi di cura, il cui ultimo provvedimento riguarda l’accorpamento dell’ospedale di Castrovillari,  già riconosciuto “Ospedale SPOKE” nel recente riordino della rete ospedaliera regionale, con quello di Acri, paese definito di montagna, con strade poco accessibili e situazioni oggettive geografiche che ingenererebbero ulteriori disagi nelle comunità sia di Castrovillari che di Acri. Occorre arginare il declino e il degrado con un atto di responsabilità che è di giustizia sociale perché il  depauperamento  dei  servizi essenziali con lo  svuotamento  di risorse, secondo un sistema che non tiene conto delle situazioni logistiche dei soggetti coinvolti e finisce per far crescere le disuguaglianze. I bisogni della persona malata si moltiplicano quando si tratta di un disabile. Certo non si chiede di fare una politica dei ricoveri speciali, anche se giusta in molte circostanze, ma di tener conto nelle politiche generali che l’accessibilità alle cure dovrebbe essere risolta garantendo una fruibilità di tutto il sistema ricoveri.  Se il ricovero è in sedi lontane, difficilmente raggiungibili, si arriva ad un accumulo di disagio e a condizionamenti per la vita di tutti i familiari, coinvolti in problemi di assistenza che le strutture non offrono, per cui il finale delle nostre storie di vita che il mondo della politica non comprende è la “disperazione”. A Noi  che diventiamo  genitori  ogni volta che un nostro figlio rinasce da una  malattia, serve sapere che il rapporto economia-salute deve essere tale da garantirci un giusto trattamento, che è eticamente definibile come elemento di uguaglianza, consistendo nella capacità di dare ad ognuno ciò di cui ha bisogno, partendo dal rispetto degli  ultimi secondo l’antico principio della democrazia. A Lei signor Presidente e agli Organi competenti chiediamo di intervenire per combattere una prassi che annulla la coscienza politica, che è servizio per il bene comune, fuori da ogni clientela, con chiari obiettivi di difendere pur nella pluralità di forze e di idee i bisogni dei territori; siamo oltretutto in una terra devastata da continui terremoti sui cui aspetti si sta rispettando un “ipocrita silenzio” e proprio mentre ci si aspetterebbero soluzioni rapide e provvedimenti speciali, ecco che arrivano gli “Investimenti delle falciate”.  Gli ostacoli materiali  rendono il nostro cammino difficile e pesante, e, alle tante valige per le uscite fuori dal territorio per controlli specialistici indispensabili, non vorremmo aggiungere quelle per gli spostamenti anche per ricoveri per  malattie che possono subentrare in maniera più pericolosa in organismi già gracili e avviliti. Le chiediamo di offrirci, con simbolico gesto una stampella come strumento di aiuto e di liberazione dai limiti di politiche che finiscono per ledere la dignità umana, che è tanto più alta se riferita a persone deboli e perdenti, viste le organizzazioni del sociale, dei trasporti, dell’istruzione e dell’accessibilità ai servizi. Fiduciosa in un suo significativo intervento, Le invio, accanto ad alti segni di stima, i ringraziamenti  più calorosi anche a nome delle persone con disabilità dei nostri territori e delle famiglie.  Tina Uva Grisolia –  

 

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