IL PROBLEMA E' IL DEBITO PUBBLICO MA DELLA SUA RIDUZIONE NON SI PARLA NELLE AGENDE ELETTORALI et  at:  10/01/2013  

Il problema e' il debito pubblico, ma della sua riduzione non si parla nelle agende elettorali - Per far fronte agli interessi del debito nel 2011 ogni famiglia italiana ha pagato in media 257 euro al mese, l' 11% in più rispetto all’anno precedente (232 euro).Il dato e' riportato in uno studio Svimez: " Debito, Mezzogiorno e sviluppo " di Federico Pica e Salvatore Villani pubblicato sull' ultimo numero in uscita in questi giorni della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della suddetta associazione per lo sviluppo dell' industria nel mezzogiorno. Lo studio, condotto su dati Banca d’Italia, ha preso in esame varie ipotesi sulla base dei dati disponibili sul debito e l'andamento dei prezzi giungendo alla conclusione che senza l’introduzione di meccanismi finanziari correttivi entro il 2015 la prognosi del Paese è il declino. In base a valutazioni SVIMEZ su dati Banca d’Italia il debito della PA in Italia nel 2011 è salito a 75.130 euro a famiglia, con una crescita del 2% rispetto all’anno precedente (73.560 euro). Dal 2007 al 2010 il debito è cresciuto dell’11,5%, pari al 3,8% annuo. Per far fronte agli interessi nel 2011 ogni famiglia italiana ha pagato in media 257 euro ogni mese a fronte dei 232 del 2010 (+11%).  La situazione peggiora ancora di più negli ultimi anni: nel 2011 rispetto al 2010 il debito è cresciuto del 3%, il Pil dell’1,7%. Poiché la ricchezza prodotta è cresciuta meno rispetto al debito, la percentuale degli interessi sulle imposte pagate dalle famiglie e dalle imprese è salita dal 16 al 17,4%. Il debito sottrae ai contribuenti un ammontare di risorse che sarebbero state destinate a consumi, risparmi e investimenti, cioè alla crescita della ricchezza prodotta, da cui dipende anche la sostenibilità del debito stesso. Occorre, si legge nello studio, introdurre forme del debito meno legate a meccanismi di conversione dei titoli. Serve urgentemente una riforma fiscale appropriata che faccia crescere il Pil in maggiore misura rispetto ai prezzi e politiche di bilancio che incidano sulle modalità di gestione del debito.La ricetta proposta prevede che per evitare che da qui al 2015 la situazione del debito pubblico nazionale sia insostenibile occorre introdurre nel bilancio dello Stato meccanismi che permettano di coprire con entrate correnti sia gli interessi sul debito che le quote di capitale (meccanismo già in vigore nelle famiglie e negli enti locali),  evitando così di continuare a pagare il debito con altro debito.

 

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