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Illusione ottica - nel surrealismo di Giuseppina Sisca - Sabato 29 settembre alle ore 17.30, nella Sala Museale del Castello Aragonese di Castrovillari, l’Associazione Culturale Sifeum, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, presenterà la mostra di arte contemporanea di Giuseppina Sisca dal titolo “Speciazioni e mimesi dell’inganno”, che sarà aperta al pubblico fino al 14 ottobre. Ospiti d’onore il sindaco della Città, avv. Mimmo Lo Polito e il presidente dell’ Ente Parco, on. Domenico Pappaterra. Tra i relatori, il prof. Mario Vicino, docente di Storia dell’Arte, autore di numerose pubblicazioni e deputato di Storia Patria per la Calabria, il dott. Oreste Bellini presidente de “Il Musagete” (Istituto Culturale della Calabria) e la dott.ssa Teresa Ruffolo biologa e vicepresidente dell’ Associazione Culturale Sifeum. “Speciazioni e mimesi dell’inganno” rappresenta il primo, importante appuntamento con la nuova rassegna d’arte contemporanea Nuove Visioni, ideata dall’Associazione Culturale Sifeum e, unica nel suo genere, la mostra, pur ispirandosi alle specie esistenti nel Parco del Pollino, come a quelle che popolano il nostro mare Mediterraneo, rivisita quei profili e quelle funzioni biologiche per adattarle all’ estro dell’artista. Le installazioni di Giuseppina Sisca, infatti, spingono la percezione visiva del fruitore in una direzione obbligata, apparentemente realistica, di habitat naturali rappresentati attraverso vedute aeree, come sotto la lente di un ricercatore. Eppure nulla delle sue opere rivela ciò che l’occhio percepisce. Si è di fronte ad una sorta di “Illusione ottica”. Le specie vegetali e animali sono, in realtà, speciazioni nate da una creatività sottile che si misura con gli stratagemmi dell’evoluzione biologica e che ora, come nei processi mimetici della natura, gioca a piegare forme e colori ad un ambiente più simile a quello delle nostre aree geografiche, ora a renderli particolarmente vistosi e fantastici. Il surrealismo dello stile della Sisca è celato nella dimensione filosofica dell’opera che inganna attraverso schemi falsamente riconoscibili. Anche in questo consiste la sua tecnica straordinaria delle piccole “sculture modellate” a tutto tondo, aggettanti dai supporti. Ogni sua opera, visibile unicamente attraverso gli occhi della conoscenza, mostra in un secondo momento, quello più consapevole, la sua natura policomunicativa. Infatti, dà voce, attraverso i tecnicismi anch’essi fantastici delle nomenclature di origine latina, attraverso i miti e le leggende legate alla storia di talune specie e la descrizione pseudo-scientifica ma verosimile dei processi biologici, ad un intreccio di più forme espressive che si sostanziano della loro inscindibile contemporaneità. Ines Ferrante
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