LETTERA APERTA DI GIANNI DONATO AL SINDACO DI CASSANO ALLO JONIO, GIANLUCA GALLO, NELLA QUALE PONE DUBBI E DOMANDE SUL FUTURO DI SIBARI et  at:  06/08/2011  

LETTERA APERTA AL SINDACO DI CASSANO ALLO IONIO - FUI GIOVANE SPETTATORE, NEL 1962, DI UN EVENTO CHE ASSUNSE UNA DIMENSIONE NON SOLO RELIGIOSA MA SOCIALE E CIVILE: IL II° CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO, FORTEMENTE VOLUTO DA MONS. RAFFAELE BARBIERI, IL QUALE TENEVA MOLTO A CUORE, OLTRE ALLA PROMOZIONE CRISTIANA ED UMANA DEI SUOI FEDELI, ANCHE IL PROGRESSO ECONOMICO DELLA SUA DIOCESI E DI SIBARI, IN MODO PARTICOLARE.  ASSISTETTI, IL 14 SETTEMBRE DI QUELL’ANNO, CON GRANDE TRIPUDIO E PARTECIPAZIONE DI POPOLO, ALL’INAUGURAZIONE, NEI PRESSI DEL BIVIO DEGLI “STOMPI”, ALLA PRESENZA DEL CARDINALE EUGENIO TISSERANT, SEGRETARIO DI STATO DI S.S.PIO XII,  DI UN’ALTA STELE SULLA QUALE IL GRANDE PRESULE VOLLE CHE FOSSERO INCISE QUESTE FAMOSE ESPRESSIONI DEL GRANDE ARCHEOLOGO FRANCESE FRANÇOIS LENORMANT: “NON CREDO CHE ESISTA IN NESSUNA PARTE DEL MONDO QUALCOSA DI PIÙ BELLO DELLA PIANURA OVE FU SIBARI, C’È TUTTO: IL VERDE RIDENTE DEI DINTORNI DI NAPOLI, LE GRANDIOSITÀ DEI PIÙ MAESTOSI PAESAGGI ALPESTRI, IL SOLE ED IL MARE DELLA GRECIA!”.  OGGI, QUELLO CHE DOVEVA RAPPRESENTARE UN SEGNO DI ONORE, UN AUSPICIO, UN MONITO PER LE FUTURE GENERAZIONI, NON ESISTE PIÙ: È STATO MISERAMENTE ABBATTUTO ALL’EPOCA DELLA COSTRUZIONE DELLA SUPERSTRADA E MAI RIPRISTINATO! UN ALTRO SIMBOLO DELL’ANSIA DEL RILANCIO DI SIBARI, TENACEMENTE PROGETTATO, REALIZZATO DALLE SOLLECITAZIONI DEL COMPIANTO, MENZIONATO VESCOVO E DALLA CARITÀ DI UN NOBILUOMO, CREDENTE E GENEROSO, DON FRANCESCO TOSCANO, L’OSPEDALE “MADONNA DELLE GRAZIE”, È DIVENTATO UN LUOGO VIOLATO, DEPREDATO CHE, DOPO I FASTI TERAPEUTICI DI LUNGHI ANNI DI INTENSA ATTIVITÀ AL SERVIZIO DEI CITTADINI, MOSTRA EVIDENTI I SEGNI IMPOSTI DI DECADENZA, DI DEGRADO, DI VERGOGNA, QUASI UN RUDERE “ISTITUZIONALE” CHE TESTIMONIA  IL FALLIMENTO DI UN SOGNO, AUSPICATO DA UOMINI E DONNE DI INTERE GENERAZIONI CHE, PASSANDO IL TESTIMONE A QUELLE SUCCESSIVE, AVEVANO SPERATO DI REALIZZARLO.

 DOV’È IL GRANDE SNODO FERROVIARIO DEL SUD D’ITALIA, COSÌ AGOGNATO?

 DOV’È IL TANTO AUSPICATO AEROPORTO?

 DOV’È, ORA, QUELLO CHE POMPOSAMENTE VENIVA CHIAMATO “IL PORTO DI SIBARI”?

 DOV’È LA SEDE DELLA CAMERA DI COMMERCIO?

 DOV’È UBICATO IL TANTO PUBBLICIZZATO “POLO” AGROALIMENTARE DELLA SIBARITIDE?

 DOV’È FINITA L’ISTRUZIONE AGRARIA, IN UNA DELLE PIANURE PIÙ FERTILI DI ITALIA?

DOVE SONO FINITI IL COMPLETAMENTO E LO SVILUPPO DI MARINA DI SIBARI E DEI LAGHI, IL LORO INSERIMENTO NEL CONTESTO URBANISTICO E SOCIALE DI SIBARI E LE AUSPICATE RICADUTE SUL TURISMO E L’ECONOMIA?

NULLA DI NULLA!! PARAFRASANDO IL GRANDE POETA FOSCOLO, POTREMMO COSÌ RAPPRESENTARE L’ATTUALE STATO DI SIBARI, UNA DELLE PIÙ NOBILI, ANTICHE E FAMOSE CITTÀ DELLA STORIA, MADRE DI TUTTE LE NOSTRE COMUNITÀ: “MA LA SUA POLVE LASCIA ALLE ORTICHE DI DESERTA GLEBA OVE NÉ DONNA INNAMORATA PREGHI, NÉ PASSEGGER SOLINGO ODE IL SOSPIRO CHE DAL TUMULO A NOI MANDA NATURA”. PROF. GIOVANNI DONATO 

 

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