MARTEDI SERA AL TEATRO SYBARIS LA COMPAGNIA KRYPTON IN PANZA, CRIANZA, RICORDANZA TRE PEZZI DALLA SOLITUDINE et  at:  16/01/2009  

X STAGIONE TEATRALE  COMUNALE TEATRO SYBARIS – PROTOCONVENTO FRANCESCANO CITTÁ  DI CASTROVILLARI - ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI T.C.A. - TEATRI CALABRESI ASSOCIATI - MARTEDI’ SERA AL TEATRO SYBARIS LA COMPAGNIA KRYPTON IN “PANZA, CRIANZA, RICORDANZA – TRE PEZZI DALLA SOLITUDINE” AL TEATRO SYBARIS DI CASTROVILLARI MARTEDÌ 20 GENNAIO ALLE 21,00 VA IN SCENA L’OTTAVO SPETTACOLO INSERITO NEL CARTELLONE MESSO A PUNTO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E DA TEATRI CALABRESI ASSOCIATI. SI TRATTA DI “PANZA, CRIANZA, RICORDANZA - TRE PEZZI DALLA SOLITUDINE” DELLA COMPAGNIA KRYPTON DI FIRENZE, SCRITTO DIRETTO E INTERPRETATO DA GIANCARLO CAUTERUCCIO. “LO SPETTACOLO RIENTRA FRA I SEI CHE SONO NELLA SEZIONE FUORI ABBONAMENTO - SPIEGA IL SINDACO FRANCO BLAIOTTA – PER UNA STAGIONE TEATRALE CHE STA AVENDO UNA BUONA RISPOSTA DI PUBBLICO A CONFERMA DELLA SCELTA, FATTA CON T.C.A., DI OFFRIRE UN’AMPIA VARIETÀ DI GENERI, DAL LIVELLO QUALITATIVO ALTO, E NELLO STESSO TEMPO VIENE PREMIATO LO SFORZO CHE HA FATTO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NEL TENERE IL COSTO DEI BIGLIETTI MOLTO PIÙ BASSO RISPETTO ALLE ALTRE REALTÀ DEL CIRCONDARIO”. NELLO SPETTACOLO IN SCENA MARTEDÌ SERA, GIANCARLO CAUTERUCCIO AFFRONTA IL TEMA DELLA SOLITUDINE E DELLA MARGINALITÀ ESISTENZIALE DELL’ESSERE CONTEMPORANEO E CONSEGUENTEMENTE DELL’ARTISTA CONTEMPORANEO CHE SE NE FA INTERPRETE E TESTIMONE. TRAVALICANDO OGNI TENTATIVO DI RAPPRESENTAZIONE, SCEGLIE TRE PUNTI CARDINE CHE PONGONO COME CENTRALE LA QUESTIONE DEL CORPO E LA SUA COMPLESSITÀ, LA SUA PATOLOGIA, LA SUA DIROMPENZA MNEMONICA. E NON SI TRATTA DI UN CORPO “ALTRO”, MA DIRETTAMENTE DEL CORPO DELL’ARTISTA DAL QUALE SCATURISCE L’EMERGENZA CREATIVA, ESPRESSIVA, ESISTENZIALE. LO AFFIANCANO SULLA SCENA PEPPE VOLTARELLI (VOCE, CHITARRA, FISARMONICA) E GENNARO DE ROSA (PERCUSSIONI) CHE ESEGUONO UNA PARTITURA SGORGATA DALLA SCRITTURA E DALL’IMPROVVISAZIONE DAL RITMO SERRATO DELL’INTERPRETE. I COSTUMI DELLO SPETTACOLO SONO DI MASSIMO BEVILACQUA E LE LUCI DI LORIS GIANCOLA. CAUTERUCCIO, IN DIALETTO CALABRESE, METTE IN GIOCO SÉ MEDESIMO COME CORPO UNICO DELL’OPERA, COME VITTIMA E CARNEFICE, COME SOGGETTO E OGGETTO DELL’ESPERIENZA TOTALE DELL’ARTE, IN SENSO POETICO/SENTIMENTALE E FISICO/PATOLOGICO. LA SUA VOCE PARTICOLARE, IL SUO IDIOMA ORIGINALE, LA SUA OBESITÀ MALATA, LA SUA VISIONARIETÀ, FORTEMENTE INTRISA DI MEMORIA CONCORRONO A CREARE UN’OPERA TEATRALE PERFORMATIVA ESTREMA E PROFONDA. IN QUESTO NUOVO TRITTICO CAUTERUCCIO RACCONTA DELLA SOLITUDINE DI UN CORPO ESTIRPATO, MOBILE E IMMOBILE, AVANTI E INDIETRO, DENTRO E FUORI, SAZIO E AFFAMATO, PARLANTE E SILENTE, LUCE E BUIO. LE TEMATICHE FULCRO DI QUESTI TRE PEZZI DALLA SOLITUDINE SONO: LA MALATTIA DELLA FAME CON “MI FA FAME”, LA RABBIA DELL’INCOMUNICABILITÀ CON “PARRU SULU” E IL DOLORE DELLA MEMORIA CON “M’ARRICUORDU”. I TRE MOMENTI, SONO CARATTERIZZATI DA TRE DIVERSI OGGETTI/SCULTURE MENTRE UNA SEQUENZA DI IMMAGINI VIDEO UNIFICA L’INTERO PERCORSO DELLO SPETTACOLO. UN VIAGGIO POETICO DOVE LA FAME È UN LAMENTO, UN’INVETTIVA, UN ESORCISMO ALL’OSSESSIONE DEL CIBO, NELLA LINGUA DELL’INFANZIA. QUESTA OSSESSIONE DIVIENE IL SIMBOLO DEL CONTRASTO TRA UN OCCIDENTE OPULENTO E SMANIOSO DI CONSUMO E UN ORIENTE POVERO E PRIVO DI RISORSE; UN AMARO PARALLELO TRA L’INGORDIGIA MORBOSA DI CHI PUÒ AVERE TUTTO E IL BISOGNO ELEMENTARE DI NUTRIRSI DI COLORO CHE NON POSSIEDONO NULLA. LA SUA RABBIA VERSO L’INCOMUNICABILITÀ LO PORTA A PARLARE DA SOLO CON TUTTI E CON TUTTO. UN’ANALISI SULLA PAROLA NELL’ERA CONTEMPORANEA, LA PAROLA DETTA, SCRITTA, URLATA, STAMPATA, NEGATA; LA PAROLA DEFRAUDATA DAL CAOTICO SISTEMA DELLA COMUNICAZIONE. IL RICORDO COME SERBATOIO DELLA MEMORIA A CUI ATTINGERE QUANDO IL “QUI E ORA” VACILLA NELL’ASSEDIO INESORABILE, OFFRENDO UNA NUOVA POSSIBILITÀ, FORSE UNA VIA D’USCITA.  LA COMPAGNIA KRYPTON È STATA MOLTO APPREZZATA NEGLI ANNI SCORSI NEL CAPOLUOGO DEL POLLINO CON “ROCCU U STORTU” DEL 2001 DI FRANCESCO SURIANO, “ICO NO CLAST” DEL 2002 DI GIAMPAOLO SPINATO E “B.” SEMPRE DI SPINATO DEL 2005, E CON “NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE” DEL 2006 DI BERNARD MARIA KOLTÈS. LA SEDE STABILE DELLA COMPAGNIA È IL TEATRO STUDIO DI SCANDICCI (FIRENZE), E QUI, DA OLTRE QUINDICI ANNI, KRYPTON HA FONDATO UN CONCRETO LABORATORIO PERMANENTE DEDICATO ALL’INNESTO DELLE TECNOLOGIE DIGITALI ALL’INTERNO DELLA DIMENSIONE CREATIVA, DALLE ARTI SCENICHE ALLE SUE CONTAMINAZIONI CON L’ARCHITETTURA E LA VISUAL ART, LA POESIA, LA MUSICA. GIANCARLO CAUTERUCCIO REGISTA-ATTORE-SCENOGRAFO-ARTISTA VISIVO, È NOTO IN ITALIA E ALL'ESTERO PER LA SUA PARTICOLARE POETICA BASATA SUL RAPPORTO TRA ARTE E TECNOLOGIA. IL SUO TEATRO DI LUCE, GLI AMBIENTI VIDEO, LE PERFORMANCES SUL PAESAGGIO APPARTENGONO AD UNA SPERIMENTAZIONE AVVIATA FIN DALLA FINE DEGLI ANNI '70. NEL 2005 CAUTERUCCIO È NELLA TERNA DEL PREMIO ETI - GLI OLIMPICI DEL TEATRO CON “UBU C’È”, PER IL MIGLIORE SPETTACOLO DI INNOVAZIONE. L’ANNO DOPO VINCE IL PREMIO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CRITICI DI TEATRO PER LA REGIA DEL “TRITTICO BECKETTIANO”.  A CURA DI DOMENICO DONATO (PER L’UFFICIO STAMPA DELLA X STAGIONE TEATRALE)

 

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