LETTERA APERTA DEL PROF. VITTORIO CAPPELLI, IN MERITO AGLI INSULTI LANCIATI DAL SINDACO DI CASTROVILLARI CONTRO L' ATTORE GIUSEPPE MARADEI E SULLA GESTIONE DELLA SUA AMMINISTRAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE DELLA CITTA' et  at:  07/02/2008  

LETTERA APERTA di Vittorio Cappelli

PER IL RILANCIO CULTURALE DI CASTROVILLARI BASTA CON GLI INSULTI DI BLAIOTTA E SI APRA UN DIBATTITO SUI DANNI PRODOTTI DALLA SUA GIUNTA

Se in Italia come in Calabria è giunto il momento di dire basta a una politica invadente e onnipresente, arrogante e predatoria, a Castrovillari è arrivato il momento di dire davvero basta all’arroganza ingiustificabile di Franco Blaiotta, che nella sua supponenza appare ormai come il sindaco più piccino e dannoso che la città ricordi. Non si può tollerare più oltre che egli si rivolti come una vipera calpestata, sputando insulti velenosi e gratuiti, ogniqualvolta qualcuno osi criticare il suo operato. Ed è arrivato davvero il momento, per questo signore, non solo di mostrare rispetto per chi ha opinioni diverse dalle sue, ma di rendere conto pubblicamente e in modo circostanziato del suo operato, perché non gli si può più consentire di continuare impunemente a far danni al patrimonio culturale, artistico e storico di questa città.

Ma andiamo per ordine.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la scarica di insulti lanciata giorni fa contro l’artista teatrale Giuseppe Maradei, che avrebbe la “colpa” di aver denunciato una cosa che è sotto gli occhi di tutti: la esclusione dalla stagione teatrale comunale delle tre compagnie che operano a Castrovillari –  il Teatro della Sirena di Maradei, il Teatro del Pianto e del Riso dell’Associazione Aprustum e la Compagnia Scena Verticale di La Ruina e De Luca – ; e ciò per sole ed evidenti ragioni di vendetta politica, avendo queste compagnie teatrali sostenuto la candidatura di Donatella Laudadio nelle ultime elezioni amministrative.

Alla denuncia di questa plateale evidenza da parte di Maradei ha fatto seguito la reazione isterica di Blaiotta, che avrebbe fatto meglio invece a interrogarsi sui limiti gravissimi della sua inconsistente politica culturale.

La piccineria del sindaco, in verità, sarebbe semplicemente comica, se non producesse anche danni. Mi riferisco al fatto che Blaiotta – che sa di non godere di alcuna credibilità culturale e che, una volta oltrepassati i confini municipali, deve sentirsi come in terra straniera – imputa a Maradei di non valicare col suo lavoro “i confini della cinta daziaria di questa città”; ignorando che questo nostro attore, checché Blaiotta ne dica, possiede un curriculum professionale di tutto rispetto e ha calcato per molti anni le scene dei più importanti teatri italiani con compagnie di prim’ordine, prima di spendersi per la sua città e per la Calabria.

Ma forse è inutile pretendere da Blaiotta che sappia misurarsi con le qualità e con la storia delle nostre risorse umane in campo culturale e teatrale. Basti ricordare che nei primi anni della sua amministrazione aveva costretto la Compagnia Scena Verticale a trasferire a Cosenza e addirittura a sospendere per un anno il festival “Primavera dei Teatri”, sostenuto nelle prime quattro edizioni dall’Amministrazione Fortunato e dall’Ente Teatrale Italiano. Sono stati poi necessari altri cinque anni di successi, riconoscimenti e premi riscossi a livello nazionale da Saverio La Ruina e Dario De Luca, per far capire al nostro piccolo sindaco che qualcosa succede in questa città, oltre alla celebrazione della festa della Madonna del Castello e del Carnevale del Pollino (dei quali eventi pare che si lui vanti, come fossero sue creature, senza rendersi conto evidentemente che esse preesistono alla sua giunta di qualche secolo o, nel caso del carnevale, di un cinquantennio).

Fin qui il teatro. Ma è ora che Blaiotta cominci a render conto dei danni che sta facendo all’intero patrimonio storico di Castrovillari e alla sua identità urbana, stravolta da interventi frammentari e sconsiderati, che sono spesso residui irriconoscibili e lacerti deformi di progetti, anche finanziati, della giunta Fortunato, ma ora avulsi da qualsiasi progetto complessivo che riguardi la città e il suo centro storico, e privi della sia pur minima consapevolezza culturale circa il futuro dell’intero centro urbano.

Mi riferisco al degrado del Protoconvento francescano, sempre più divorato dall’incuria e dall’umidità, che ne sfalda pareti e colonne, gestito senza il minimo rispetto di criteri espositivi almeno decenti (vedi l’amputazione e l’abbandono della Pinacoteca Alfano; le teche luminescenti del Museo archeologico, addossate alle pareti e degne di più mercantili esposizioni; le ‘croste’ inguardabili che affollano i corridoi peggio che in una fierucola di paese). Mi riferisco allo scempio della “piscina” di piazzetta Civitanova, che ha distrutto l’unica piazza di cui era dotato il centro antico di Castrovillari, sostituendola con un manufatto incrongruo e pericoloso. Mi riferisco al restauro del Castello Aragonese, avviato senza prevederne la destinazione d’uso, enfatizzando tutte le superfetazioni carcerarie e rendendo ancor più indecifrabile l’originale identità storica del maniero. Mi riferisco ai lavori di ripavimentazione in via Roma e piazza Municipio, avviati precipitosamente prima delle elezioni amministrative, dopo aver fatto strame del progetto complessivo predisposto, tramite un concorso nazionale d’idee, dalla giunta Fortunato per tutto il centro storico ottocentesco cresciuto intorno a via Roma e corso Garibaldi.

In quest’ultimo caso è sotto gli occhi di tutti che i lavori sono stati progettati senza sapere quale dovesse essere la destinazione dell’area (isola pedonale si o no? parcheggi per le auto si o no? etc.). Così come sono purtroppo sotto gli occhi di tutti quegli elementi di arredo urbano come i lampioni di via Roma, che svettano a mo’ di inquietanti patiboli e che sarebbero sopportabili forse solo in un vialone di periferia. Ma, a questo proposito, è ancor più insopportabile che non una parola abbia ancora speso il sindaco sulle preoccupanti procedure adottate nell’assegnazione degli appalti per l’illuminazione di questa e di altre strade cittadine, tutti affidati senza gara ad un’unica ditta.

Su questo e su analoghi argomenti è assai opportuno che intervenga l’opposizione politica in consiglio comunale. Ma sull’intera questione dell’isolamento e del grave declino culturale di Castrovillari –  malgrado la città abbia una ricca storia culturale, antica e recente, e oggi sia ancora ai vertici della regione per la dotazione di risorse umane e di competenze professionali, in campo artistico, teatrale e culturale in senso lato – è auspicabile l’apertura di un vasto dibattito che coinvolga la società civile, l’associazionismo culturale, singoli intellettuali e politici attenti alla cultura, intesa non come sagra paesana o come orpello decorativo, ma come risorsa strategica per lo sviluppo della città e del territorio.

 

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