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Diva - antefissa fissile a protome femminile V sec. a.C.

Diva - antefissa fittile a protome femminile inizio V sec. a.C.

 

E' gioco forza pensare ad una ellenizzazione del territorio castrovillarese, visto i legami  intercorsi tra Sibari e le  popolazioni più o meno vicine, si pensi a Laos ad esempio, ma con la caduta della potente città, probabili nuclei italici si attestarono sul territorio in special modo lucani. L' antefissa fissile denominata  Diva e ritrovata in un luogo diametralmente opposto al colle di S.Maria del Castello sul quale già all' epoca nasceva  un santuario dedicato ad una divinità femminile greca, fa supporre che giusto di fronte fosse stato edificato un santuario dai lucani. La fine della seconda guerra punica deve essere stata devastante per il territorio, è nota la sottomissione a Roma dei  Bretti  con la relativa perdita dell' autonomia politica, così com' è nota la repressione religiosa che essa attuò verso i  Baccanali e più in generale verso coloro che officiavano culti diversi da quelli ufficiali.  Per quel che concerne la presenza di insediamenti romani, i primi  risalgono al II -  III sec. a.C., numerosi sono i reperti visibili , è tra l' altro ancora visibile il tracciato della Reggio-Capua in località Celimarro, vicino alla villa romana di Camerelle. Poco documentati  i periodi Tardo Antico e Bizantino ad eccezione di alcuni casuali rinvenimenti di monete e altri reperti. Dagli scavi condotti dalla cattedra di Archeologia Cristiana della Università della Calabria sono emerse due necropoli in località Celimarro, una delle quali sicuramente longobarda. I Longobardi vengono scacciati dalla Calabria alla fine del IX secolo ( 886 ), grazie alle truppe del generale Niceforo Foca, che restituiscono all' Impero d' Oriente l' intera regione. Gli schemi sociali del periodo Longobardo sono da assimilarsi al mero rapporto vincitore e vinti. Nonostante l' assenza di documenti, la presenza di un centro abitato è certa, molto probabilmente ed anche secondo la tradizione, vicino al colle della Madonna del Castello, luogo assai difendibile e di conseguenza da preferire da parte delle popolazioni indigene locali.