Scuola, studio di Spot and web: troppi social e piattaforme di streaming compromettono l' idratazione, esami a rischio per uno studente su due et  at:  27/05/2025  

Camilla PizzoniScuola, studio di Spot and web: troppi social e piattaforme di streaming compromettono l' idratazione, esami a rischio per uno studente su due - Secondo uno studio effettuato su 180 giovani dalla rivista online Spot And Web chi passa tre ore al giorno o piu' davanti agli schermi per social e piattaforme video streaming ammette di commettere una serie di comportamenti negativi per la propria salute: dimentica di idratarsi (58%), fa meno sport (52%), abbassa la qualità dell’alimentazione (47%), assume posture scorrette (40%), affatica la vista accusando secchezza o bruciore agli occhi (36%), tende a ridurre le ore di sonno (32%), riduce le iterazioni personali (28%), soffre di stanchezza e irritabilità (12%), ritiene di avere scarsa concentrazione (9%). Tra questi il rischio più sottovalutato ma più frequente è la disidratazione. Viene definita “social dehydration”, si tratta dello stato di disidratazione causato dalle attività sociali o abitudini che interferiscono con l’assunzione di liquidi. L’allarme dell’impatto di una tale condizione sui giovani arriva da Pool Pharma: con l’ultra consumo di social network e streaming si cade nello stesso tranello in cui si incappa nella vita quotidiana. Spiega Camilla Pizzoni, Direttore Ricerche Pool Pharma: «La social dehydration è una conseguenza che scaturisce da diversi fattori: dimenticare di bere, essere troppo concentrati su altri aspetti della vita o avere un limitato accesso all’acqua durante le attività sociali. L’utilizzo massiccio di social e streaming è assimilabile ad alcuni di essi». Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy certifica che i giovani e giovanissimi tra gli 8 e i 16 anni trascorrono online da una a tre ore al giorno e quasi la totalità utilizza regolarmente uno smartphone (94%). L’utilizzo varia da scorrere con poca attenzione TikTok, a interagire su Instagram, a leggere contenuti Facebook ma è stato rilevato anche un ampio uso dei dispositivi mobili per il consumo di piattaforme streaming multimediale come YouTube e Netflix, per citarne due tra le più famose. «Il rischio – spiega Camilla Pizzoni – è molteplice: non solo l’utilizzo massiccio di dispositivi con lo schermo in camera da letto prima di coricarsi altera la normale produzione di melatonina e, di conseguenza, il corretto ciclo veglia – sonno ma pone le persone in uno stato di ‘eccessiva concentrazione’ mettendoli in condizione di dimenticarsi di tutte le altre esigenze fondamentali». A questo si aggiungono le cattive abitudini alimentari che derivano dal consumo di junk food nei ragazzi che seguono piattaforme streaming di videogame: uno studio indipendente dell’Università di Liverpool ha rilevato un’elevatissima pressione pubblicitaria di bevande energetiche, alimenti ad alto contenuto di grassi, sale e zuccheri. «Una combinazione sotto certi aspetti drammatica: all’isolamento e al disinteresse per le normali abitudini quotidiane si somma una grande spinta verso il consumo di tutti quegli alimenti che non consentono un equilibrio idrico fisiologico» prosegue Pizzoni. La condizione di disidratazione si manifesta con la sete che entro certi limiti non progredisce con l'aggravarsi della condizione, con il rischio di ingannare la sua percezione, ma si manifesta anche in un'ampia varietà di disturbi tra le quali compromettere le capacità di cognitive e influire negativamente sull'umore. In questo periodo di chiusura dell’anno scolastico e avvicinamento degli esami per i ragazzi può tradursi in seria difficoltà ad affrontare gli ultimi ostacoli che gli si presentano. «Osservando la situazione da una prospettiva più ampia a giugno si sommano il caldo, lo stato di ansia, le cattive abitudini alimentari… La corretta idratazione e il sostegno delle performance cognitive diventano così importantissimi aiuti per ottenere le migliori prestazioni in vista dell’ultimo rush scolastico ma il primo consiglio rimane sempre la ricerca di un consumo dei mezzi digitali equilibrato rispetto alle necessità personali» – conclude Camilla Pizzoni.

 

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