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Palazzo Calvosa
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La famiglia Pace Giuseppe Garibaldi, fu ospite di casa Pace. La famiglia Pace, intera pagò a caro prezzo l' epopea risorgimentale, partecipando attivamente agli avvenimenti del tempo. Muzio Pace, padre di Giuseppe Pace, fu deputato al parlamento del 1848 e presidente del primo Comitato di Salute Pubblica di Castrovillari; fu arrestato a Napoli il 23 giugno del 1848, processato per cospirazione fu messo in libertà provvisoria il 7 ottobre 1852, rimanendo sempre sotto la sorveglianza della polizia. Presiedè il governo insurrezionale del 1860 e fu da Giuseppe Garibaldi nominato governatore del circondario di Castrovillari. La moglie Maria Baratta fu condotta in carcere tra due fila di gendarmi e detenuta quattro mesi, a detta dell' Arrighi la figlia primogenita Antonietta, incinta, morì per le conseguenze di un aborto, procuratogli dalla vista della madre carcerata. Di questa famiglia ci piace ricordare per ultimo la figura di Giuseppe Pace, di lui il duca Sigismondo di Castromediano, nelle sue " Memorie ", dice: "Di volto simpatico, di elette maniere, di larghi studi, aveva voce dolce e persuasiva, una natura mite, cuore generoso ed ardito ". Aveva compiuto gli studi nel collegio italo-albanese di San Demetrio Corone e nella capitale, appena ventenne a Napoli consegue il Diploma in Lettere e Giurisprudenza, partecipa alle segrete riunioni della Giovane Italia, presso un circolo costituito a Castrovillari. Nel 1848 armi in pugno insieme ad altri compagni si reca a Cosenza, ove si mette a disposizione di quel Comitato di Salute Pubblica, qui, veniva posto a capo del battaglione dei militi provenienti dal distretto di Castrovillari, con essi si portò a Campotenese in attesa di battersi contro le truppe borboniche. Il 28 giugno 1848 in una impari lotta, alle falde del Monte S. Angelo, veniva sconfitto dalle truppe del generale Busacca. Per sfuggire alla persecuzione si diede alla macchia, e per diciotto mesi fu imprendibile, a nulla valsero le trappole e le promesse di immunità e oblio del passato, del borbonico generale Nunziante. Ma quando si sparse la voce che se egli non si fosse arreso oltre al padre gli avrebbero carcerato la madre e la famiglia tutta, si consegnò. Nel 1852 al processo tenutosi a Cosenza, venne condannato a morte, la pena gli venne poi commutata a trenta anni di galera, da scontarsi in Procida. Nel 1855, pur essendo ancora in carcere venne accusato di corrispondenza segreta con il comitato di Napoli, l' Arrighi racconta: "...Venne condotto a Napoli a piedi, ed incatenato gli fecero percorrere per due volte strada Toledo, indi venne torturato nelle segrete di Santa Maria Apparente col concedergli solo acqua putrida e cibi guasti, e col tenerlo in luogo umido e privo d' aria ". Nel gennaio del 1856, per insufficienza di prove fu rimesso alla catena. Nel 1858 per spionaggio dei padri gesuiti, insieme ad altri quattordici fu dichiarato impenitente ed irreconciliabite e fatto passare nel bagno di Nisida, dal quale uscì per essere deportato in America insieme a Carlo Poerio, S. Spaventa ed altri. Giuseppe Pace, sbarcò invece in Irlanda e da qui, trovò rifugio a Londra, ove rifiutò di partecipare al famoso pranzo presieduto dal Mazzini, a causa delle diverse vedute. Ritornato in Italia, si arruolò con i piemontesi e con il grado di tenente fu accorpato alla divisione del generale Cosenz. Dopo l' amnistia concessa da Francesco II, tornò a Castrovillari. Alla notizia che Giuseppe Garibaldi era sbarcato nel continente, Castrovillari insorse e mentre Muzio Pace si poneva a capo del governo insurrezionale, il figlio Giuseppe Pace dopo aver disarmato la gendarmeria organizzava il reggimento che ebbe l' onore di combattere con Garibaldi. Il reggimento risultò di 1159 uomini suddivisi in 12 compagnie, mantenute con gli 11.530 ducati raccolti nel circondario, a capo con il grado di colonnello fu nominato Giuseppe Pace, del gruppo castrovillarese suo fratello Eduardo col grado di capitano, Vincenzo Miglio e Raffaele Bellizzi luogotenenti, Tommaso Cassanese e Salvatore Varcasia chirurghi. Il reggimento ricevè l' ordine di marciare verso Soveria, contro il generale Ghio, ma giunto a Cosenza, seppe della sua resa, aspettarono quindi l' arrivo di Garibaldi che entrò in Castrovillari la sera del 31 agosto. Garibaldi fu ospite di casa Pace, il reggimento Pace molto contribuì alla vittoria al Volturno il 1° ed il 2 ottobre del 1860, meritando il plauso del generale che nell' ordine del giorno ebbe a dire: " Spinsi pure all' attacco i bravi calabresi di Pace che trovoi nel bosco alla diritta, e che combatterono splendidamente ". Il glorioso reggimento si distinse anche nei pressi di Capua. Raggiunto l' obiettivo l' esercito meridionale venne sciolto, solo il reggimento Pace per decreto di Vittorio Emanuele ebbe il privilegio di ritornare a casa con armi e bagaglio. Nel 1861 fu deputato al primo parlamento italiano, nel maggio 1867 tornando da Firenze allora capitale a Castrovillari, moriva presso Eboli e la sua tomba fu costituita presso la chiesa della SS. Trinità. |