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TRADIZIONI RELIGIOSE CASTROVILLARESI

Il 15 APRILE SI FESTEGGIA IL BEATO PIETRO CATIN, PRIMO MINISTRO PROVINCIALE DEI FRANCESCANI DI CALABRIA, FONDATORE IN CASTROVILLARI DEL CONVENTO DI S.FRANCESCO D’ASSISI, ASSASSINATO NELLA GIUDECA IL 15 APRILE 1264 AD OPERA DI UN POTENTE MERCANTE EBREO. DI SEGUITO QUATTRO DEI NUMEROSI MIRACOLI O FATTI PRODIGIOSI CHE SI RACCONTA SIANO STATI DA LUI  OPERATI,TRASCRITTI IN UNA PLATEA DEL CONVENTO E POI AUTENTICATI DAL NOTAIO PERSIO RIZZO DI TERRANOVA E TRASMESSI NEL 1680 ALLA CASA GENERALIZIA DEI FRANCESCANI IN ROMA.

1)Lorenzo di mastro Viviano di Castrovillari, cieco nell’occhio destro da sei anni, nel giorno in cui fu dissotterrato il cadavere del Beato Pietro, prese un pugno di terra del sepolcro e se la pose sull’occhio cieco ottenendo immediatamente la vista. Confessò pubblicamente il fatto e di esso dettero testimonianza la moglie Alburga e la cognata Bitorta.

2)Una donna di lingua greca di nome Alemanna di S.Calogero in terra di Mesiano, da cinque anni era molestata dal demonio. Avendo sentito dire dei miracoli operati dal Beato Pietro volle andare al suo sepolcro accompagnata da alcuni parenti. Alle porte di Castrovillari, sul ponte delle Fabbriche, la donna venne molestata più del solito dal maligno e dalla sua bocca uscì una voce in lingua latina che diceva: “ Guai a me che Pietro mi brucia, Pietro a cui mi accosto!”. Giunta al Convento, subito le apparve il Beato che con le mani la toccava tentando così di scacciare da lei il demonio. La donna si trovò all’improvviso misteriosamente trasportata nel casale di Frascineto dove le apparve un’altra volta il Beato che in preghiera diceva: “ O Dio, non permettere che il corpo di costei sia lungamente vessato”. Mentre il Beato così pregava, il maligno sollevò la povera donna in aria quattro volte e gettatala a terra uscì dalla bocca di lei sotto forma di denso fumo. Totalmente liberata, la donna affermò di saper parlare unicamente la lingua greca. Questo fatto avvenne nel mese di luglio 1264. Ne resero testimonianza lei stessa, la sorella e il cognato davanti all’Arciprete, a due chierici e a tre sacerdoti del Clero di S. Giuliano.

3) Il 3 dicembre 1621 un bambino di tre anni, figlio di Francesco Migale di Castrovillari, assalito da un morbo improvviso e violento, se ne restò morto per 24 ore. I genitori fecero un solenne voto al Beato Pietro e il bambino subito resuscitò invocando il nome del suo benefattore.
Di tale miracolo resero testimonianza i genitori del bambino e Crispino Pugliese, ed esso fu trascritto nella platea del convento dal Guardiano P. Valerio Chimento.

4) Il 15 aprile 1670, festa del Beato Pietro, dopo la messa cantata, una donna pia e devota restò col consenso dei monaci da sola nella Cappella del Beato. Approfittò dell’occasione per tagliare con una forbicina un lembo della tonaca del Beato esposta sopra l’altare. Fu subito assalita da un indebolimento del corpo tale da cadere inerte su una panca dove se ne restò fino al Vespro, allorchè, entrati nella cappella alcuni monaci, si decise a confessare al Padre Paolo Forte ciò che aveva fatto. Il monaco la esortò a restituire quanto rubato e, restituito il maltolto, fu in grado di alzarsi da sola e camminare speditamente. Di tale fatto dettero testimonianza i monaci che vi avevano assistito

Testo tratto dalla pubblicazione “Parmidìa del Beato Pietro. Vita e miracoli” di A.Sitongia (2014). Nella foto , un particolare del quadro votivo del B. Pietro che benedice i sette francescani missionari calabresi in partenza per l’Africa, opera della pittrice castrovillarese Anna Nigro (2008). esposto nella chiesa della SS. Trinità.