Lo sviluppo delle foreste fortemente legato alla lontananza dagli uomini come nelle pandemie, è quello che capito' nel tardo Medioevo a pino loricato e pino uncinato, alberi plurisecolari, insediatisi negli attuali luoghi nel Rinascimento et  at:  28/06/2020  

Lo sviluppo delle foreste fortemente legato alla lontananza dagli uomini come nelle pandemie, è quello che capito' nel tardo Medioevo a pino loricato e  pino uncinato, alberi plurisecolari, insediatisi negli attuali luoghi nel Rinascimento - Che il rapporto tra natura e uomo si e' interrotto da tempo emerge da moltissime casistiche, l' essere predatorio per eccellenza non lascia scampo a nessuno del mondo animale e vegetale, non fanno percio' eccezione le foreste. Una ricerca internazionale svolta dallo spagnolo Gabriel Sangüesa Barreda del laboratorio di Dendrologia del Dipartimento Dafne (Università di Valladolid) ha infatti dimostrato che molti esemplari di pino loricato e di pino uncinato, alberi plurisecolari, si sono insediati nel Rinascimento, in una ondata sincrona e su vasta scala. Dai Pirenei al Pollino fino a ricoprire i rilievi della Grecia settentrionale. La ricerca è stata resa possibile dalla collaborazione tra le Università della Tuscia e di Valladolid con l’Università del Mainz (Germania), di Cambridge e del Pyrenean Institute of Ecology (Csic, Spagna). Ed è la prima volta che una sinergia del genere riesce a produrre un database così ricco, unico per la quantità d'informazioni sull’età degli alberi più vecchi d’Europa -. Ancora una volta la montagna si conferma, quindi, un ambiente strategico per conservare la natura in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Gli ecosistemi subalpini sono laboratori naturali dove studiare gli effetti del riscaldamento globale, poiché le loro dinamiche sono particolarmente sensibili alle variazioni di temperatura. Per la prima volta è stato così costituito un ricco database unico sull’età degli alberi più vecchi d’Europa. L’insediamento massivo dei pini tra il 1400 e il 1500 è stato ricollegato allo spopolamento della montagna in conseguenza della crisi demografica tardo medievale a partire dalla peste nera del 1347-48 quando una serie di pandemie, carestie e guerre hanno praticamente dimezzato la popolazione in molte regioni d’Europa. "Nel tardo Medioevo l’abbandono dell’Appennino ha determinato la genesi di estese foreste vetuste arrivate integre sino ai nostri giorni nelle aree più remote. Se ben gestito, l’abbandono della montagna mediterranea che va avanti ormai dal boom economico potrà portare nel lungo periodo alla genesi di nuove foreste vetuste di cui abbiamo tanto bisogno per conservare la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici” afferma Gianluca Piovesan dell’Unitus che ha coordinato la ricerca, resa possibile grazie anche ad una consolidata collaborazione scientifica con il Parco Nazionale del Pollino e al progetto FISR-MIUR Italian Mountain LAB. Ricordiamo che nel Parco nazionale del Pollino campeggia Italus l' albero piu' vecchio d' Europa ha 1.230 anni e si trova nell' area calabrese. E' un pino loricato l' albero piu' vetusto vive ad una quota di 1.900 metri sul livello del mare, sul versante Sud di Serra della Ciavole, in Calabria nel Parco del Pollino.  E' stato scoperto nel 2017 a seguito di una ricerca di dendrocronologia sul pino loricato condotta dal Parco Nazionale del Pollino in collaborazione con l'Università della Tuscia . Perchè il nome Italus: "Quando gli antichi greci arrivavano sulle nostre coste, sapevano che esisteva già un popolo Enotrio, il loro re era Italus ". Un modo come un altro per dire che in un certo senso, la Calabria è stata la prima Italia. 


 

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