CORONAVIRUS E CONTACT TRACING DIGITALE, MEGLIO NOTO COME MONITORAGGIO ATTIVO LE INDICAZIONI DEL GARANTE DELLA PRIVACY et  at:  26/03/2020  

Coronavirus e contact tracing digitale, meglio noto come monitoraggio attivo le indicazioni del Garante della privacy - Non seguire il modello coreano o cinese, ma i nostri protocolli di sicurezza e garanzia sulla protezione dei dati ed approvare un decreto-legge che ne limiti l’utilizzo solo durante l’emergenza Covid-19. Queste sono le condizioni indicate dal Garante privacy, Antonello Soro, per consentire al Governo l’introduzione e l’utilizzo da parte delle autorità pubbliche del contact tracing digitale, l’uso dei dispositivi mobili dei cittadini per la mappatura e il tracciamento dei soggetti. Vedremo poi, nel caso di adozione, di quali utenti, se tutti i cittadini o solo le persone positive al virus e di chi è entrato in contatto con quest’ultime. È terminata oggi alle ore 13 la possibilità per soggetti pubblici e privati, ma non singole persone o professionisti, di proporre la soluzione tecnologica di tracciamento dei casi di contagio. Al ministero dell’Innovazione sono giunti 319 possibili soluzioni per il monitoraggio attivo. “Non si tratta di sospendere la privacy, ma di adottare strumenti efficaci di contenimento del contagio, pur sempre nel rispetto dei diritti dei cittadini”, questo il pensiero del Garante della privacy. Tuttavia, ha aggiunto, se “la disciplina di protezione dei dati coniuga esigenze di sanità pubblica e libertà individuale, con garanzie di correttezza e proporzionalità del trattamento”, una misura specifica quale il contact tracing, che incide su un numero elevatissimo di persone, “ha bisogno di una previsione conforme a questi principi”. Ovvero? Secondo Soro “un decreto-legge potrebbe coniugare tempestività della misura e partecipazione parlamentare”, anche se poi precisa “va da sé che la durata deve essere strettamente collegata al perdurare dell’emergenza”.

 

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