CARNEVALE DI CASTROVILLARI E DEL POLLINO 2015 FOCUS CINA - CORPI, MEMORIA E METROPOLI SUL CINEMA CINESE CONTEMPORANEO - DANIELE DOTTORINI INCONTRA GLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO et  at:  13/02/2015  

 Carnevale di Castrovillari e del Pollino 2015 Focus CINA X Cineforum " Corpi, memoria e metropoli  sul cinema cinese contemporaneo "  dedicato a Carmine Bonifati  Daniele Dottorini incontra gli studenti  presso l' Auditorium del Liceo scientifico " E.Mattei " . Saluti del Dirigente Scolastico Bruno Barreca, coordina Filomena Bloise, introduce Ines Fortunato,   QUI TROVI IL FILE IN FORMATO 3GP/MP4 ADATTO PER I DISPOSITIVI MOBILI. Introdotto da Ines Fortunato il prof. Daniele Dottorini ha tenuto presso l' Auditorium del Liceo scientifico " E.Mattei " una magistrale lezione circa il cinema cinese contemporaneo, l' occasione giusta ma non poco ardua di viaggiare e di conoscere un paese e relazionarsi con la sua cultura grazie al cinema. Un film in effetti, come bene dice Daniele Dottorini: " E' la possibilita' straordinaria di uno sguardo sul mondo, un film non e' solo la storia che racconta ... un film e' uno sguardo, la possibilita' di adottare lo sguardo di qualcun altro ". Il viaggio di poco piu' di un' ora nel cinema cinese contemporaneo, fatto di frammenti di vari film di un minuto o poco piu’ l' uno, Dottorini lo ha fatto partire da una produzione del 1948 " Primavera in una piccola citta' " per la regia di Fei Mu ( fra i maggiori registi cinesi del suo tempo ) e lo ha concluso con " Future reloaded " di Jia Zhang ke il corto realizzato dal regista su richiesta del Festival del Cinema di Venezia nel 2013, un solo minuto in cui il regista riassume alcuni momenti del cinema cinese guardandolo attraverso i moderni mezzi di comunicazione ( smartphone, tablet ecc... ) quasi a testimoniare l' immortalita' in termini di sensazioni che quelle immagini danno. Future Reloaded racchiude molti degli spezzoni dei film che gli stessi alunni hanno potuto guardare nel corso della lezione. Una lezione da definire bella che ha trattato delle diverse generazioni di registi cinesi, in particolare di quelli che vanno dalla quinta alla settima generazione che è poi quella attuale che si nutrono sì di capacita' di raccontare la realta' ma anche di interfacciarsi con le proprie tradizioni di cui il genere wu xia pian ( i film di cappa e spada orientali ) e' sicuramente il piu' rappresentativo, si tratta di film legati alla tradizione di guerrieri spadaccini ambientati nella storia della Cina imperiale di cui anche il famoso regista Zhàng Yìmóu, ha trattato nei film " Hero " e la " Foresta dei pugnali volanti " ma anche Wong Kar-wai regista altrettanto noto, chiaramente adattandoli tecnicamente ai nuovi strumenti di montaggio e dunque di costruzione delle scene come in " Ashes of time ", in cui la realta' assume aspetti davvero marginali proiettandosi in una dimensione di fatto lontanissima da essa, astratta: irreale. Reale e irreale nel cinema contemporaneo cinese solo apparentemente sembrano essere in contraddizione, perche' come spiega Dottorini vengono utilizzati per ripensare un nuovo linguaggio cinematografico che non imita i precedenti ma che finisce per creare un modello proprio. " Addio mia concubina " , un film del 1993 diretto da Chen Kaige ( tratto dall'omonimo romanzo di Lilian Lee, vincitore della Palma d'oro per il miglior film al 46º Festival di Cannes ), puo' essere considerato una sintesi del connubio tradizione-modernita'. Una produzione nella quale la codifica secolare dei gesti del teatro cinese ( che subisce gli influssi del teatro Nò e Kabuki giapponese in cui non esiste presenza femminile, fortemente codificato nei gesti ), si perfeziona grazie ad una modalita' di ripresa di primi piani stretti che esalta le gesta ed in cui il rapporto tra reale e irreale e' sostanzialmente separato da veli. La sesta generazione di registi cinesi e' stata fortemente contrastata dal regime comunista, si muove negli anni '80 il film che il prof. Dottorini ha scelto in questo caso e' stato Platform di Jia Zhang-ke ambientato negli anni ‘80 che parla di una compagnia teatrale cinese che vive diverse vicissitudini e adatta il suo repertorio al cambiamento negli usi e nei costumi di una società in continua evoluzione ed e' interessante notare come nel film il rapporto tra personaggio e spazio assume dei contorni particolari, la parola paesaggio in cinese risulta dalla composizione di due ideogrammi " shan shui " ( spiega il prof. Dottorini ) che tradotti risultano montagna-acqua e che evidentemente rispetto a come noi italiani intendiamo la parola paesaggio assume dei contorni fortemente diversi, nel film il rapporto spazio-colori-felicita'-maliconia e' un aspetto su cui gioca moltissimo il regista, gli serve per descrivere una realta' sociale alla base non felice e per questo modo di rapportarsi con le criticita' della societa' cinese spesso i registi della sesta generazione sono stati perseguitati dal regime. Un percorso bello e ben congeniato quello proposto dal prof. Daniele Dottorini che cosciente di parlare a degli studenti ha provato a ridurre e semplificare la storia di una cinematografia sotto molti aspetti complessa. E' il caso di dire buona visione !

 

 

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