CASTROVILLARI, NUOVA TOPONOMASTICA: INTITOLATA UNA STRADA IN RICORDO DI NICOLA CALIPARI MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE et  at:  08/03/2019  

Castrovillari, nuova toponomastica: intitolata una strada in ricordo di Nicola Calipari medaglia d'oro al valor militare - Continua l' aggiornamento della toponomastica cittadina, venerdì mattina infatti è stata intitolata una nuova strada al dirigente del SISMI (i servizi segreti italiani) Nicola Calipari, originario di Reggio Calabria, ucciso in Iraq nel marzo 2005  mentre faceva scudo con il suo corpo alla giornalista Giuliana Sgrena, con lui in macchina che, liberata doveva essere condotta all’aeroporto di Baghdad. Fu una vicenda tragica e con dei connotati purtroppo ad oggi ancora non chiari. In quell' occasione stranamente funzionò male il sistema di comunicazione e la macchina con il funzionario a bordo non venne riconosciuta come "amica". L’intitolazione, anche a seguito di una richiesta del SIULP, Sindacato  Italiano  Unitario Lavoratori Polizia Cosenza – che ha posto, a pochi metri dalla targa dell’amministrazione, uno stele, scoperto durante la celebrazione -, rappresentato nella manifestazione dagli aderenti a partire dai segretari provinciale e locale, Luciano Lupo e Ruggero Altimari. Tante presenze (esponenti delle Forze dell’Ordine, dell’Esercito, del Comune e della società civile, con gli scout- espressione questi ultimi- del cammino educativo giovanile di Calipari-)  hanno rappresentato insieme ai messaggi del Prefetto e Questore di Cosenza, e come ribadito nei contributi dal Sindaco, Domenico Lo Polito, dalla vedova di Calipari, Rosa Villecco - a cui è stato offerto un bouquet di fiori da parte di Francesco De Marco (ex collega del funzionario),  dal Vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Francesco Savino, moderati dal giornalista Vincenzo Alvaro. Un momento che richiama alla mente il senso del dovere e di quanto a volte sia drammatico svolgerlo fino in fondo. Un esempio di calabresità, di onestà e responsabilità che al bisogno istintivamente non ha esitato a proteggere con il suo corpo Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto che pure stava facendo il suo lavoro in Iraq.

 

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